Liverpool - E vabbè, questo è il tempio di Mtv e quindi per forza lo show inizia a suon di provocazioni, altrimenti che gusto ci sarebbe. Benvenuti agli Europe Music Awards, gli Oscar della musica che Mtv consegna una volta all’anno con una cerimonia da far invidia tanto è sfarzosa e ben organizzata (infatti è venuto a vederla anche Piero Chiambretti in visita esplorativa). Comunque, il pubblico era ancora in piedi ieri sera alla Echo Arena, un gigantesco bacino che si sporge sul mare d’Irlanda, quando la presentatrice Katy Perry, scortata da 16 ballerine ultra sensuali, è sbucata da una botola a bordo di una gigantesca confezione di lucidalabbra cantando il suo tormentone I Kissed a girl, che questa estate ha fatto sfracelli perché identifica perfettamente questo periodo: è vaga, ammiccante, talmente provocatoria da essere in fondo asessuata. È stata lei, questa ragazzetta californiana di 24 anni, la regina di una serata congelata dal vento polare e almeno riscaldata dalle urla interminabili di legioni di fans (molti in maniche corte, roba da polmonite). Ha presentato gli ospiti, insomma. Ha cambiato circa dieci vestiti (uno dei quali aveva stampato sopra il faccione beneaugurante di Obama). Ha fatto le sue gaffes da esordiente, che tenerezza. E alla fine ha confermato di essere quello che persino sua maestà Madonna pensa: una delle candidate al trono del pop nei prossimi anni (e infatti qui è stata premiata come migliore esordiente).
D’altronde Mtv - di solito spernacchiata dalla critica trombona - ha sempre avuto questo incarico: individuare, talvolta consacrare, le nuove tendenze. E così ieri sera, in due ore e rotte di show (diretta su Mtv Italia dalle 21 e replica domenica pomeriggio), sono state consegnate le lauree pop del 2008. Badate bene: non sono premi assoluti. Per dire, un disco di Tom Waits o di Van Morrison qui non lo vedrete mai. Sono premi relativi, questi, decisi da una generazione di votanti giovane assai, in fuga dall’impegno e dal valore musicale e calamitata dal glamour, dalla novità, dalla forza espressiva, che avrebbe premiato Little Richard o Elvis ma non Frank Sinatra. Perciò ha vinto (a sorpresa ma non troppo) Britney Spears nelle categorie più importanti: «Album dell’anno» con il soddisfacente Blackout e «Artista del 2008». Era un disastro, la povera Britney: vita e famiglia demolita dalle droghe, credibilità impalata dai paparazzi, carriera appesa a un filo. Si è rimessa in piedi, tra poco pubblicherà un altro cd (Circus, il 2 dicembre) e magari finalmente una parabola pop avrà un finale positivo. D’altronde mica sono tutti come Beyoncé, perfetti, patinati, inappuntabili. Ieri sera, scatenando gli ululati del pubblico, ha cantato If I were a boy in una atmosfera minimal, altro che lustrini e paillettes come una volta. Segno che i tempi stanno cambiando definitivamente e scurdammoce ‘o passato. Lo ha capito anche Antonio Campo Dall’Orto, che ha praticamente in mano le sorti di Mtv mondiale: parlando prima dello show, si è augurato di avere Obama sul palco il prossimo anno agli Awards di Berlino a dimostrazione che finalmente i giovani, dopo decenni di astinenza dalle idee, hanno la possibilità di riconoscersi in un volto politico credibile anche per loro. E se il nuovo presidente degli Stati Uniti è stato consacrato leader della Mtv Generation, Paul McCartney ha dimostrato di essere un leader e basta. Quando è salito sul palco praticamente a casa sua (è nato a pochi isolati di distanza) per ricevere il premio alla carriera «Ultimate Legend Award», gli occhi dei ragazzini in platea erano più per lui che per il premiatore Bono. Arrivati entrambi un paio d’ore prima dello show, si sono ritrovati insieme sul palco, chiudendo un cerchio che dai quasi minorenni Tokio Hotel (miglior Headliner, prima di Linkin Park e Metallica) si spingeva fino all’ultrasessantenne fondatore dei Beatles. In mezzo è passato il resto del pop: dalla scoppiettante Pink, che ha vinto il «premio tormentone» con So what e per festeggiare ha preso a cuscinate 30 ragazzi e ha lanciato 40mila piume bianche sul pubblico, fino ai Killers, poi Kid Rock, l’elegantissima Duffy, gli stralunati Ting Tings e anche Tiziano Ferro, che ha premiato una band turca come «artista favorito in Europa».
Zero premi per gli italiani e strafavoriti Finley, che però hanno cantato Niente da perdere poco prima che Katy Perry chiudesse lo show ballando, agitandosi, dicendo scemenze e facendo quello che insomma una festa pop deve fare: divertire. Al resto pensiamo dopo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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