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Murray contro la maledizione della nonna

Oggi la Gran Bretagna si ferma perché sul Centrale il britannico Andy Murray affronta l'americano Roddick nella semifinale di Wimbledon. Durante gli incontri di Murray la Bbc ha registrato il record d'ascolti arrivando a superare i 12 milioni di telespettatori. Sono troppi anni che i sudditi della Regina aspettano il campione capace di restituire l'antica dignità al popolo che ha inventato un gioco, nato come svago ideale durante le giornate di sole all'ora del tè. Ad importarlo dalle Indie alla fine del Settecento era stato il Maggiore Wingfield. La prima edizione di Wimbledon si disputò nel 1877 e vinse Gore, poi arrivarono i fratelli Doherty. Purtroppo per gli inglesi man mano che il tennis si trasformava in uno sport internazionale le vittorie dei loro beniamini si fecero più rare. Nel 1936 Fred Perry fu il loro ultimo campione. Più conosciuto dal grande pubblico per il commercio delle magliette decorate con un piccolo alloro, Fred trionfò per 3 anni di fila sbarrando la via del successo a tutti i campioni più forti dell'epoca. Ma, da quello storico sabato che coincise con la sua ultima vittoria, l'Inghilterra ha atteso invano un nuovo eroe.
Sembra incredibile, eppure sono trascorsi 73 anni e nonostante gli inglesi abbiano prodotto qualche buon giocatore come Roger Taylor che a Wimbledon fu capace di battere addirittura Rod Laver per arrendersi nel turno successivo a un giocatore anonimo, nessun altro è mai riuscito a completare il sogno. Gli appassionati ricorderanno le mille sofferenze di Tim Henman, un tipo che giocava benissimo ma era troppo fragile per vincere. In suo onore fu costruito il gigantesco teleschermo che ancora troneggia in cima alla collina soprannominata dai tifosi Henman Hill. Disgraziatamente l'unica volta che Tim arrivò vicino alla finale la pioggia protrasse il match per 3 giornate di fila e lui finì per perdere a singhiozzo da Goran Ivanisevic.
Ho fatto questa lunga premessa per arrivare a raccontarvi una storia divertente che riguarda Fred Perry. Quando lo conobbi era un signore attempato e io una ragazzina. In occasione di una Coppa Davis a Milano diventammo amici. Lo accompagnai ad acquistare due tavolini per la sua casa di campagna. Era un signore pieno di fascino, aveva una bella moglie ma faceva la corte alla mia compagna di doppio Silvana Lazzarino. Noi due, piccole canaglie, che allora non avevamo una lira, gli davamo corda perché ci regalava magliette e gonnellini che poi rivendevamo per pagarci la trasferta a Wimbledon. Fred Perry ripeteva sempre che il giorno che fosse morto, e questo accadde molti anni dopo, il suo fantasma avrebbe continuato a vagare sul Centrale per intralciare il cammino di qualunque giocatore inglese. «Farò tutto il possibile - diceva ridendo - per impedire a qualsiasi giovinastro di rovinare il mio record». E finora c'è riuscito!
Se la mia può apparire una storia curiosa, ce n'è una ancora più strana che riguarda Andy Murray. Pensate che la sua famiglia sta facendo il diavolo a quattro per tenerlo lontano dalla iella! E, incredibile a dirsi, a portargli sfortuna pare sia la nonna Shirley. Lo ha spiegato Judy, la mamma di Murray, al Daily Mirror: «È chiaro che la nonna porta iella. È venuta 3 volte a vederlo giocare e 3 volte ha perso». La povera vecchia signora ha protestato: «Cerco di convincerli che non meno gramo, ma non mi credono! Vorrei tanto andare a Wimbledon per tifare Andy, ma non lo posso fare...».

Auguriamo a nonna Shirley che i suoi cari non arrivino anche a spegnerle il televisore.

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