Gian Piero Milanetti
Cè il carro armato utilizzato ne «La Vita è bella» di Benigni e ne «Il paziente inglese» di Radford. E il suo rarissimo (ce ne sono solo altri due al mondo) «gemello» anfibio: larma segreta degli americani per lo sbarco in Normandia. Lultimo P40 L (il caccia di «Pearl Harbor»), ripescato davanti al litorale di Latina, e lultimo «vagone voltante» C 119, storico aeroplano da trasporto. E convogli interminabili di camion, ambulanze, fuoristrada, carri-gru militari, autoblindo e mezzi da sbarco. Mezzi depoca, ma come nuovi, perfettamente funzionanti, pronti a mettersi in moto per «recitare» in film hollywoodiani o in fiction televisive.
Il Museo di Piana delle Orme, a Borgo Faiti, vicino Latina, è la più grande raccolta privata di mezzi bellici al mondo. Vanta «pezzi» invidiati dai più prestigiosi musei militari del globo eppure, non è conosciuto come merita dal grande pubblico. Ben noto è, invece, ai produttori cinematografici di tutto il mondo che si rivolgono al suo ideatore, Mariano De Pasquale, ogni volta che hanno bisogno di un veicolo militare o agricolo ancora funzionante per film storici o di guerra.
Il pezzo forte della collezione è senzaltro il carro armato americano Sherman M4, la star cinematografica di Piana delle Orme. Questo tank originale della seconda guerra mondiale ha «recitato» in film pluripremiati come «Il paziente inglese» di Anthony Minghella (1997, nove Oscar), «La vita è bella» di Roberto Benigni (tre Oscar e Gran premio delle giuria a Cannes) e «Malena» di Giuseppe Tornatore. Il mezzo cingolato, restaurato con cura sotto la guida dello stesso De Pasquale può partire in qualsiasi momento. Basta mettere benzina nel serbatoio. Le uniche cose che non funzionano, come stabilito per legge, sono il cannone e le mitragliatrici.
Ancor più raro è lo Sherman DD, il gemello anfibio del tank americano. Capace di galleggiare e muoversi in acqua grazie a un sistema di impermeabilizzazione e di eliche, è uno dei pochi sopravvissuti al conflitto. Ne esistono al mondo solo altri due esemplari: uno si trova in Normandia, dove fu impiegato il 6 giugno del 1944 nello sbarco del D-Day, e uno in Inghilterra.
Mariano De Pasquale, il fondatore del museo, è riuscito a recuperarlo (il 18 maggio 2002) dai fondali del golfo di Salerno, dove era affondato durante un addestramento, per la lacerazione del telone di galleggiamento. Unimpresa al limite, il «salvataggio» del tank, se si considera che De Pasquale riuscì dove aveva fallito la nave Uss Grasp della Marina militare americana, specializzata in recuperi sottomarini.
Ma limprenditore non era nuovo a tali imprese subacquee. Quattro anni prima (il 12 gennaio del 1998), infatti, il fondatore di Piana delle Orme aveva fatto portare a secco, davanti a migliaia di spettatori assiepati a riva, il P 40 L, laereo da ricognizione inabissatosi il 31 gennaio 1944 a Foceverde, nel mare di Latina. Il monomotore è il pezzo forte del Padiglione «Lo sbarco di Anzio». A differenza di tutti gli altri mezzi motorizzati, però, per precisa scelta di De Pasquale, il P 40 non è stato rimesso a nuovo. Ma così, ripulito dal sale e dalla sabbia, con molte parti ancora con la mimetizzazione originale, mantiene intatto il suo fascino. Accresciuto dallessere - a quanto pare - lunico P 40 sopravvissuto integro al secondo conflitto mondiale.
Rombano ancora, invece (basta una moneta), i motori di un gigantesco C 119 Fairchild, «vagone volante», parcheggiato tra le due schiere di padiglioni.
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