La musica delle tonnare di Sicilia

Finalmente anche in Italia si riscopre l’etnomusicologia. L’opera pionieristica di Roberto Leydi ritrova linfa vitale. E pensare che fu Alan Lomax - l’uomo che ha raccolto un poderoso archivio di canti di lavoro, blues, country, canti di carcerati ecc in America - nei primi anni ’50 a girare l’Italia sul campo alla ricerca di suoni e culture popolari. Lo racconta nell’affascinante L’anno più felice della mia vita (Il Saggiatore, pagg. 238, euro 29) a cura di Goffredo Plastino, in cui ad esempio Lomax narra (e registra) i canti e i riti dei pescatori delle tonnare siciliane. Nell’immaginario popolare la Sicilia non sarà affascinante come le paludi del Mississippi o le bettole di New Orleans, ma ha tanto, tantissimo da raccontare alla cultura folk, così come tutta l’Italia. (Del resto Lomax ha anche pubblicato una serie di cd imperdibile per gli appassionati del genere, con i brani tradizionali più significativi regione per regione).
Da noi comunque molte cose si muovono, soprattutto grazie alle edizioni Squi\ che, dopo lo splendido libro con cd e dvd Patrimoni sonori della Lombardia ora pubblica altre due piccole perle. Una esclusivamente fotografica (con dvd) che racconta per immagini (e vale molto più di milioni di parole) gli uomini e le donne di Sicilia (L’isola timida. Forme di vita nella Sicilia che cambia, Antonino Pennisi, pagg.

218, euro 27); l’altro ricco, documentato, con molti testi integrali di canzoni, usanze e costumi (più 4 cd che per la prima volta sistemano organicamente feste, danze, canti sociali «badarelle» e «pasquelle») di una regione spesso dimenticata come l’Umbria (L’Umbria cantata, pagg. 347, euro 59).

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