Più di cento album pubblicati, oltre cinquantacinque milioni di copie vendute, decine di brani entrati nella storia della musica italiana. Con la morte di Ornella Vanoni – scomparsa ieri sera all’età di 91 anni – se ne va un mito della musica leggera, un’artista dal carattere libero che ha collezionato successi su successi fino all’ultimo giorno, come testimoniato dai recenti duetti con Elodie e ditonellapiaga oppure dal diario sentimentale “Vincente o perdente” realizzato con Pacifico.
L’elenco dei riconoscimenti della “signora della canzone italiana” è piuttosto lungo. Presente in otto edizioni del Festival di Sanremo, la Vanoni raggiunse il secondo posto nel 1968 con “Casa bianca” e il quarto posto in tre occasioni. È inoltre la prima artista — e l’unica donna — ad aver ottenuto due Premi Tenco, risultato eguagliato solo da Francesco Guccini.
In queste ore si stanno moltiplicando i messaggi di cordoglio e gli omaggi, mentre i suoi brani hanno invaso i social network. Un repertorio che attraversa generi diversi, dalle canzoni della mala alla bossa nova, dal jazz al pop d’autore. Andiamo a conoscere quali sono le dieci canzoni di Ornella Vanoni più famose.
Senza fine (1961)
Scritta dal suo grande amore Gino Paoli, è uno dei capisaldi della scuola genovese. La versione della Vanoni resta tra le più celebri e ha contribuito alla sua affermazione nella scena cantautorale italiana e non solo.
Io ti darò di più (1966)
Presentata al Festival di Sanremo Sanremo, è tra le sue prime affermazioni popolari. Il successo radiofonico e discografico contribuì a rafforzarne la presenza nel panorama musicale italiano, sempre attuale.
Domani è un altro giorno (1967)
Brano epocale della sua prima maturità artistica, con il quale definisce uno stile interpretativo intimista ma fortemente comunicativo. Ancora oggi considerato uno dei suoi brani migliori.
Una ragione di più (1969)
Ballata intensa e drammatica, ha consolidato l’immagine della Vanoni come interprete dei sentimenti più complessi. È spesso citata tra le sue prove vocali più riuscite.
Tristezza (1970)
Versione italiana di un celebre brano brasiliano, ha raggiunto una popolarità trasversale e rimane una delle sue interpretazioni più riconoscibili per immediatezza e calore.
L’appuntamento (1970)
Considerata il suo capolavoro: ha segnato in modo definitivo l’immagine della Vanoni come interprete sofisticata e malinconica. È tra le sue canzoni più riproposte in tv, cinema e pubblicità.
Ti lascio una canzone (1971)
Canzone che ha mantenuto una forte presenza nelle sue raccolte, rappresenta bene la sua poetica dolce-amara e una fase di passaggio nella sua evoluzione musicale.
La voglia la pazzia (1976)
Il duetto con Toquinho ha portato la Vanoni dentro la musica brasiliana, diventando un classico della contaminazione italo-tropicale e un punto fermo delle sue esibizioni live.
Rossetto e cioccolato (1977)
È diventato un classico del suo repertorio degli anni Settanta, noto per la leggerezza raffinata del testo e lo stile più moderno, che avvicinò la Vanoni a un pubblico diverso.
Imparare ad amarsi (2018)
Brano che affronta con delicatezza il tema dell’accettazione di sé.
Mette al centro la necessità di riconoscere fragilità e limiti come parte del proprio percorso emotivo. È considerato importante perché propone un’idea matura e autentica dell’amore, che parte prima di tutto dalla cura di sé stessi, valorizzata dalla sensibilità interpretativa della Vanoni.