Né congestion, né pollution: solo una tassa

(...) 100 se abitano fuori. 125 e 200 Euro rispettivamente saranno il pedaggio annuale per le auto a benzina pre Euro e la maggioranza delle diesel. Solo le diesel pre Euro, ormai quasi una rarità e in mano soprattutto a immigrati , saranno penalizzate rispettivamente con 250 e 500 Euro. Se dividiamo queste cifre per i 365 giorni dell'anno, costatiamo che l'abbonamento per le vetture penalizzate più diffuse costerà 27 centesimi al giorno (più o meno un ottavo di due corse sui mezzi pubblici) e 54 per le più inquinanti diesel. Va bene che, in pratica, pochi vanno in centro ogni giorno, e quindi ogni «visita» finirà con il costare di più. Ma se il Comune dovesse recepire la proposta di AN di rilasciare, allo stesso prezzo base, abbonamenti per cinquanta ingressi all'anno, anche questa «penalità» verrebbe eliminata.
Tenuto conto che il costo vero di una puntata in centro è rappresentato dal carburante, visto che nel caos cittadino i consumi si moltiplicano per due e anche per tre, e che questo costo rimarrà immutato o aumenterà ancora, che deterrente può rappresentare l'ecopass per gli utenti? Per l'80-90 per cento, nessuno. E allora, vale davvero la pena di investire tanti soldi nelle telecamere di sorveglianza e nell'apparato burocratico necessario a fare funzionare il sistema?
Si dirà: l'inquinamento è un problema serio, le vetture più penalizzate sono quelle che inquinano di più e comunque questo è solo un primo passo verso il contenimento del traffico cittadino, che potrà essere «incrementato» quando le nuove metropolitane entreranno effettivamente in funzione. Giusto: ma allora perché esentare da ogni penalizzazione tutti i ciclomotori, i motorini e le motociclette, alcuni dei quali inquinano più delle auto e non appartengono, necessariamente, ai più poveri?
Il vero difetto dell'ecopass, comunque, è un altro: per usare i termini inglesi in voga, non è né una pollution charge, cioè un pedaggio per ridurre l'inquinamento, né una congestion charge, cioè un pedaggio per ridurre il traffico. Non è una pollution charge, perché chi pagherà potrà inquinare comunque a suo piacere e in ogni caso ripulire l'aria solo all'interno della cerchia dei bastioni serve a poco, visto che basta un po' di vento per spostarla. E non è una congestion charge, perché non stabilisce un prezzo per l'utilizzazione del suolo pubblico eguale per tutti i veicoli, come per esempio a Londra, con l'obbiettivo specifico di snellire la circolazione.Ci sono anche altre anomalie: per esempio, l'estensione della tassa (sia pure ridotta) ai residenti, che pagano già più ICI per il privilegio di abitare in centro, e una possibile invasione di campo da parte del Comune in una materia che in realtà è di competenza regionale.
Albertini, nella prefazione al suo libretto, cita Luigi Einaudi che nelle «Prediche inutili» metteva in guardia contro l'emanazione frettolosa di norme - in genere frutto di compromessi - che poi devono essere corrette perché producono conseguenze più negative che positive. E' probabile che siamo proprio in presenza di una di queste norme.

E' vero che ci sarà una prima fase sperimentale e che gli errori potranno essere corretti. Ma se è la premessa ad essere sbagliata, anche tutti gli interventi successivi potrebbero essere che «el tacòn pezo del buzo».

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