Napoli, l’assessore fa il capopopolo Fuori da scuola fomenta la rivolta

di Paolo Granzotto

Passi che l'assessore è comunista - ex Pci e attualmente di Rifondazione -, passi che non ebbe l'età per fare il Sessantotto e ci terrebbe a provare il brivido di quella esperienza, passi che l'ha nominato Bassolino e questo già di per sé basterebbe, ma bene o male egli ricopre un ruolo istituzionale. E in quella veste non sarebbe ammissibile, perché non lecito, esortare a compiere un atto di forza, una azione illegale. E sì che proprio da quel pulpito ci giungono pressanti richiami al rispetto della Costituzione se non si vuole che la tenuta democratica ceda e vada alla deriva il senso dello Stato. Proprio da quel pulpito si tengono lezioncine sulla gestione democratica del potere, che deve essere aperto, lo sanno anche i bambini, al dialogo e al confronto.
Fra i molti primati, la Campania - quella politica, la Campania di Bassolino&Jervolino - può dunque vantare anche quello di essere all'avanguardia nell'opera di sfascio, per mano di rappresentanti delle istituzioni e dunque dall'interno, della struttura dello Stato.
Ieri un assessore, Giorgio Nugnes, attualmente al fresco, che si scopre esser stato duce e stratega della camorra nel corso della battaglia di Pianura. Oggi un altro assessore, Corrado Gabriele, che sobilla gli studenti incitandoli a occupare le scuole per impedire il regolare svolgimento delle lezioni.

Tutto ciò nel silenzio-assenso, quando non proprio nel compiacimento, della sinistra e dell'insieme dei «sinceri democratici». Non c'è da star allegri, però, almeno, si comincia meglio a capire cosa s'intende, nei salotti e nei loft progressisti, per cambiamento.

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