Nola (Napoli) Il 22 gennaio e il 5 febbraio scorsi, una novantina di addetti alla trattazione dei rifiuti solidi urbani, erano scesi in piazza per protestare, a difesa del loro lavoro: blocchi stradali, tensioni con le forze dell'ordine, minacce di occupazioni. Ieri mattina, i carabinieri hanno fatto un salto nella sede di quei commoventi lavoratori cosi attaccati al «posto» ma hanno avuto una spiacevole sorpresa: su una novantina di assunti a tempo indeterminato, ne erano presenti appena una trentina. Due su tre avevano firmato il registro delle presenze del Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta ma non stavano affatto svolgendo il loro lavoro, così prezioso in Campania: differenziare i rifiuti.
Il blitz è stato eseguito dai carabinieri di Nola a Tufino, in località Paenzano (Napoli). I sessanta sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni della Pubblica Amministrazione e falso commesso da incaricato di pubblico servizio in certificato o autorizzazione amministrativa. L'operazione è scattata a seguito di una serie di esposti inviati in caserma, probabilmente da qualcuno dei colleghi degli assenteisti, che invece lo stipendi di circa milletrecento euro (netti) se lo sudava.
Gli investigatori hanno già accertato che tra i sessanta denunciati vi sarebbero una decina tra pregiudicati e appartenenti a famiglie legate alla camorra. Un dipendente, in particolare, avrebbe legami di parentela con un presunto affiliato al clan Graziano, attivo a Quindici e nel Vallo di Lauro (province avellinesi ma confinanti con il Nolano).
Qualcuno degli assenteisti, pur essendo presente al momento dellarrivo dei carabinieri, aveva già firmato il libro delle presenze. Gli investigatori non hanno dubbi nel sostenere che quei dipendenti da un momento all'altro avrebbero abbandonato la sede del Consorzio. E altri hanno fatto di peggio: qualcuno si era già segnato lo straordinario per il giorno successivo, altri si sarebbero inventati un turno pomeridiano non previsto a detta degli investigatori.
Un investigatore, mentre era ancora negli uffici del Consorzio Unico di Bacino, si è chiesto stupito: «Possibile che in una situazione del genere, dove mancano due lavoratori su tre, gli addetti ai controlli non si siano accorti che mancava la maggior parte dei dipendenti? Se poi a Napoli esiste il problema dei rifiuti, adesso sappiamo anche che ci sono delle colpe da addebitare a chi invece di lavorare, abbandona la sede per andare a fare altre cose».
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