Sono accusate di riciclaggio, auto-riciclaggio, truffa e accesso abusivo nei sistemi informatici le dieci persone di Napoli indagate al termine di un’articolata attività di controllo dei carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono malviventi di età compresa tra i 20 e i 42 anni, che operano nei quartieri napoletani di Barra e Ponticelli.
La banda criminale ha “prodotto” centinaia di truffe a molteplici complessi aziendali, attraverso nuovi canali tecnologici. Le indagini sono partite in seguito a una denuncia di un titolare di un’azienda, il quale si lamentava del fatto di non aver ricevuto il danaro da parte di un suo cliente, mentre quest’ultimo asseriva, invece, che aveva effettuato regolarmente il bonifico.
La truffa è stata scoperta dai carabinieri, i quali avevano notato che il conto corrente sul quale erano finiti i soldi presentava strani accrediti e altrettanti prelievi dell’equivalente importo. Gli investigatori sono quindi risaliti ai truffatori napoletani, che si è scoperto hanno raggirato per ben 150 volte persone ignare, introducendosi nei sistemi informatici di numerose società operanti sull’intero territorio nazionale.
I ladri informatici captavano l’e-mail scambiate, nell’ambito di rapporti commerciali, tra le società hackerate e le ditte fornitrici e indicavamo Iban che
facevano capo al sodalizio criminale, intascando illecitamente i soldi. Ad essere truffate oltre una cinquantina di aziende, non solo delle province di Avellino, Napoli e Caserta, ma di tutta Italia.
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