Cronaca locale

Titolare pompe funebri doveva pagare 3mila euro al mese

Arresti a Napoli e Afragola. Tra estorsione, porto abusivo di armi da guerra e associazione di stampo mafioso

Titolare pompe funebri doveva pagare 3mila euro al mese

Diversi gli arresti e i fermi avvenuti tra la notte del 18 ottobre e la mattina del 19, da parte dei carabinieri del comando provinciale di Napoli e dalla squadra mobile nei confronti di appartenenti o affiliati alla camorra.

Il blitz ad Afragola

Un blitz notturno ha sgominato un gruppo che sarebbe un'articolazione del clan Moccia. Questi conducevano i loro affari illeciti ad Afragola, precisamente nel rione Salicelle. Sono sei le persone arrestate: Luca D'Auria, 22 anni, Adriano Laezza, 25 anni, Giuseppe Sasso, 26 anni, Vincenzo De Pompeis, 27 anni, Vittorio Parziale, 31 anni e Raffaele Nobile, 44 anni. I reati contestati loro sono: associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegali di armi da guerra e comuni da sparo con relativo munizionamento. Tutti gli arrestati hanno già avuto precedenti con la legge. A delineare la piena operatività del gruppo malavitoso sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali. Grazie a queste ultime è stato possibile al gip emettere le misure cautelari.

Estorsione e minacce

Questa mattina, invece, la Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia ha emesso nei confronti di tre persone un decreto di fermo per tentata estorsione. In più, avrebbero agevolato il clan Esposito-Marsicano-Calone, il quale porta avanti i suoi interessi nel quartiere Pianura e nelle zone limitrofe.

Stando a quanto è stato ricostruito dalle indagini dei carabinieri, i soggetti si sarebbero presentati a casa di un quarantottenne con arma da fuoco e lo avrebbero minacciato. La pretesa era: duemila euro di pagamento immediato e il versamento di una tassa mensile di tremila euro. Questo perché l'uomo è un imprenditore nel settore funerario della zona. Uno di loro avrebbe minacciato l'uomo tramite videochiamata essendo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Una volta fermati sono stati portati al carcere di Secondigliano in attesa dell'udienza di convalida.

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