Cronaca locale

Catturato il detenuto rom evaso a Napoli durante un permesso premio

Rade Nikolik, 38enne di etnia rom, è stato catturato in un villetta a Pozzuoli dalla polizia penitenziaria e dalla polizia di Stato. Era latitante da 2 mesi

Catturato il detenuto rom evaso a Napoli durante un permesso premio

È stato catturato il detenuto evaso a Napoli durante un permesso premio. Era il 16 novembre scorso, Rade Nikolik, 38enne di origine serba, scortato da sette agenti della polizia penitenziaria, era andato a fare visita ai parenti che vivono un campo rom situato nel quartiere Secondigliano. Sarebbe stato il malore inscenato da un bambino a generare la confusione che avrebbe garantito al detenuto una via di fuga.

Oggi, all’esito di indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Napoli, la polizia penitenziaria e la polizia di Stato hanno arrestato l’evaso. Lo hanno catturato a Pozzuoli. Si nascondeva all’interno di una villetta. È stato rintracciato da personale della Squadra Mobile di Napoli e da personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, con il contributo della Polizia Scientifica.

Nikolik ritorna quindi in carcere, dove era finito per reati gravi, come il concorso in omicidio. La sua evasione sollevò numerose polemiche sulla concessione dei permessi premio. Nikolik, oltretutto, già in passato si era reso protagonista di episodi simili, avvenuti nel carcere di Secondigliano, dove inizialmente era recluso, prima del trasferimento a Frosinone. Non era stata tranquilla nemmeno la sua permanenza nel carcere di Avellino: c’era anche lui nella rissa che si scatenò tra una ventina di detenuti, in parte di etnia rom e in parte italiani. Nonostante i precedenti, la sua ultima istanza di permesso fu accettata e così riuscì a raggiungere i parenti a Napoli.

Ma la sua fuga era stata probabilmente già pianificata, organizzata nei minimi dettagli. Lo ipotizzarono gli agenti della polizia penitenziaria impegnati nella caccia all’uomo quando trovarono troncati i cavi di telecamere di videosorveglianza presenti nella zona in cui Nikolik era scappato. La latitanza è durata due mesi. Ad interromperla sono stati gli agenti della polizia penitenziaria e della polizia di Stato, che hanno raggiunto Nikolik nella villetta dove probabilmente si sentiva al sicuro, nemmeno troppo lontano da quel campo dove vivono i familiari a Secondigliano.

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