Sono finiti nei guai cinque lavoratori socialmente utili della Città Metropolitana di Napoli in servizio presso il Comune di San Sebastiano al Vesuvio che, pur non essendo presenti fisicamente sul luogo di lavoro, risultavano regolarmente al loro posto. I furbetti del cartellino sono stati scoperti dai carabinieri e nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare di divieto di dimora nella città di residenza. Il provvedimento è stato adottato dal Tribunale di Nola. I lavoratori socialmente utili erano assegnati al servizio ecologia e si sono coperti a vicenda.
Dalle indagini delle forze dell’ordine è emerso che almeno in quattordici occasioni i cinque dipendenti risultavano regolarmente sul posto di lavoro, ma in realtà erano fuori dal Comune affaccendati nelle loro attività personali. A turno, uno di loro strisciava il badge anche per gli altri quattro, nonostante non stessero lavorando. L'amministrazione comunale di San Giuseppe Vesuviano ha diramato un comunicato sulla vicenda, dato che in un primo momento si era diffusa la notizia che i lavoratori erano alle dirette dipendenze del Comune: "In merito a titoli di giornali circolati in queste ore circa situazioni di assenteismo di dipendenti del Comune di San Sebastiano al Vesuvio – c’è scritto nella nota – si fornisce immediata e categorica smentita. Nessun dipendente comunale risulta è stato oggetto di provvedimenti cautelari né risultano episodi di assenteismo al Comune di San Sebastiano al Vesuvio, si tratta di dipendenti di altri enti”.
Il Comune aveva più volte evidenziato alla Città Metropolitana alcune anomalie in ordine alle presenze dei soggetti, che, proprio su richiesta dell'ente locale, successivamente non sono stati più impiegati in progetti presso il Comune di San Sebastiano al Vesuvio. Un episodio simile, due mesi fa, si è verificato anche a Pozzuoli, sempre in provincia di Napoli, dove dodici dipendenti comunali e tre lavoratori socialmente utili sono finiti sotto indagine da parte della Procura di Napoli per truffa e sostituzione di persone.
A Caserta, invece, prima dell’estate, diciotto persone che lavorano presso l’Asl sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Ai furbetti del cartellino è stata contestata l’ipotesi di truffa aggravata nei confronti dello Stato, per le false attestazioni della presenza dei dipendenti della sanità in servizio. Gli indagati avrebbero procurato un danno erariale di oltre 21mila euro e la stessa cifra è stata sottoposta a sequestro preventivo sui conti correnti degli imputati.
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