Ce la faremo. L'Europa, dice Giorgio Napolitano, uscirà presto dalle secche della crisi. «In questo momento esprimo piena fiducia nello sforzo che si sta compiendo. Sottolineo l'importanza delle decisioni molto impegnative che sono state assunte di fronte all'esplodere della crisi greca per evitare che giungesse alle sue estreme conseguenze».
Dal Quirinale dunque una ventata di ottimismo. L'occasione è la visita a Roma del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. Il tema principale dei colloqui rigarda ovviamente le misure finanziarie e la strategia comune dell'Ue. Innanzitutto, dice il capo dello Stato, bisogna dire grazie all'euro. «É stata una delle più geniali creazioni della politica mondiale negli ultimi decenni. Ha avuto il sapore di una assoluta novità, che molti credevano impossibile, unificare le monete dei maggiori Paesi europei, con la sola eccezione della Gran Bretagna che, pur essendo in grado di partecipare, non partecipò».
Poi anche la prontezza delle decisioni. «Siamo persuasi che il superamento delle attuali difficoltà, che sono anche di origine speculativa, sia da realizzare attraverso un impegno comune per risolvere i problemi di fondo che sono emersi. Sarà questo un grande contributo allo sviluppo dell'economia mondiale e non soltanto al rilancio di quella europea». Tra questi «problemi di fondo» ci sono anche quelli «molto complessi e seri» di un riequilibrio dei bilanci e di una riduzione del debito degli Stati.
Si può fare? Napolitano è convinto di sì. «Crediamo che sia possibile senza danneggiare le prospettive di ripresa che ci sono in Europa e nel mondo». Ma a condizione incrementare l'integrazione Ue di non andare più in ordine sparso. Da qui l'appello ai capi di Stato e di governo «affinché la imminente riunione del Consiglio europeo sia una grande occasione per dare piena e chiara dimostrazione della fiducia dell'Europa in sé stessa e di unità».
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