Napolitano: «Fermiamo Gheddafi che sta sfidando il mondo»

Il presidente della Repubblica parla a Ginevra nella sede dell'Onu. L'Italia, dice, «sosterrà qualunque sforzo» per bloccare i massacri in Libia. «La violenza contro il popolo è intollerabile». E sull'immigrazione: «É la frontiera di tutta l'Europa»

Fermate il Colonnello. «La violenza contro il popolo libico non può essere tollerata. Gheddafi deve cessare ogni azione militare». Giorgio Napolitano interviene a Ginevra, al Consiglio sui diritti umani dell'Onu, e non fa troppi giri di parole. Il raìs, dice, «sta sfidando il mondo» e bisogna metterlo in condizione di non nuocere. Come? «L'Italia sosterrà qualunque sforzo, qualunque missione delle Nazioni Unite».
Il momento è drammatico e il peggio forse deve ancora arrivare. «Temo che occorrerà fare i conti con svilupi imprevedibili». Secondo il capo dello Stato, Gheddafi ha assunto un atteggiamento di «aperta sfida alla comunità internazionale, una provocazione nei confronti dei protagonisti della vita internazionale che hanno detto basta con i bombardamenti, basta con la repressione: ma la nozione di rispetto e protezione delle popolazioni non può essere un optional»o. Il presidente promette che l'Italia sosterrà «qualunque sforzo» perché la Libia rispetti i diritti umani e sia poi riammessa al Consiglio Onu da cui è stata sospesa. E giustamente, visto il livello «intollerabile» della «repressione e delle atrocità che caratterizzano la tragedia libica».
Sul campo, l'opzione militare. Napolitano ha apprezzato «il forte monito» lanciato da Barack Obama. «Gli Usa in nessun caso sono disposti a usare la forza senza un mandato e un coinvolgimento internazionale. Washington non assumerà nessuna iniziativa militare se non ci sarà una concertazione, un formale consenso in sede di Consiglio di sicurezza». L'Italia è sulla stessa linea. «Noi sosteniamo pienamente l'appello del dell'Onu per un rapido superamento della crisi», spioega Napoltano, che cita «il messaggio che un italiano ha udito in questi giorni in Libia e riferito dopo essere stato evacuato da Misurata: "lottiamo per la pace e una vera democrazia. Vogliamo che il mondo conosca la verità"».
C'è poi un problema nel problema, l'immigrazione. Secondo il capo dello Stato «la gestione della frontiera dell'Ue non può essere lasciata ai singoli Paesi, non è la frontiera di un Paese, ma dell'Europa». L'Ue deve quindi fare di più, «deve definire regole migliori su diritti d'asilo e protezione dei rifugiati». Il rischio di guerre di religione è sempre presente. Napolitano è «profondamente scioccato e sgomento» per l'assassinio del ministro pachistano per le minoranze Shabbaz Bhatti. «Gruppi vulnerabili, quali sono le comunità cristiane in alcuni Paesi, richiedono speciale protezione.

In un mondo interconnesso, la libertà religiosa diviene un faro di speranza e potente rassicurazione per tutte le minoranze, garantendone identità e sicurezza ed eliminando la percezione dell'ostilità e delle minacce».

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