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"No al 'safari' contro i cinghiali. Così salviamo Roma senza ammazzarli"

L'associazione FareAmbiente vuole mettere a disposizione le sue 'guardie zoofile' per evitare la soppressione dei cinghiali che circolano nelle città

"No al 'safari' contro i cinghiali. Così salviamo Roma senza ammazzarli"

Non solo Roma e Torino. Ora gli avvistamenti dei cinghiali coprono tutto lo stivale, da Trieste a Bari e le vittime agredite dagli ungulati aumentano di anno in anno. Ora, però, l'associazione FareAmbiente intende mettere a disposizione del governo le sue guardie zoofile.

“Parliamo di 1500 guardie volontarie in tutta Italia (di cui quasi 400 su territorio romano) specializzate e formate nell’educazione nel campo ambientale e zoofilo che potrebbero intervenire nel segnalare ai carabinieri forestali situazioni di pericolo per i cittadini”, spiega Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, che propone al governo di sfruttare le competenze di questi volontari che vengono preparati dalle associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’Ambiente.

“La nostra proposta è quella di utilizzare le guardie per segnalare la presenza e l’avvicinamento dei cinghiali, evitando situazioni potenzialmente pericolose per i cittadini e perché si possa provvedere, in collaborazione con i carabinieri forestali e con l’Asl, ad una regolamentazione del fenomeno che porti a soluzioni accettabili anche da quell'area di popolazione che contrasta, come unico metodo risolutivo, l'abbattimento dei capi”, spiega Pepe. L’idea è quella di trasferire gli ungulati in aree apposite protette e nei centri competenti per la sterilizzazione degli animali dove possano continuare a vivere in sicurezza e lontane dai centri abitati. “Riteniamo che, sebbene sia consentito dalla normativa, l'abbattimento incontrollato non sia l'unica soluzione percorribile”, osserva Pepe.

Le guardie zoofile, secondo FareAmbiente, sarebbero molto utili nella fase di prevenzione, educazione sul trattamento degli animali ed informazione su materia ambientale nel territorio di loro competenza dato che "ai sensi degli articoli 55 e 57 cpp detengono anche la funzione di polizia giudiziaria, nei reati in cui siano coinvolti animali, possono sollevare e segnalare l’infrazione all’autorità giudiziaria: Procura della Repubblica”, chiosa Pepe.

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