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Giù le mani dalla famiglia tradizionale

Per comprendere le cause dietro il brutale omicidio di Giulia Tramontano c'è chi rispolvera il vecchio armamentario di sinistra contro il patriarcato. Ma così ci si inganna e basta

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La famiglia tradizionale è obsoleta. Stanca. Disintegrata. Un fenomeno del passato destinato all'estinzione. Anzi, recentemente, è stata accusata di aver provocato, più o meno direttamente, la barbara uccisione di Giulia Tramontano. Il mostro che l'ha ammazzata? "Perfetto rappresentante di quel modello in decomposizione che chiamiamo 'famiglia tradizionale': la moglie a casa, l’amante, il maschio che rivendica il possesso di entrambe: perché Eva è ancora una costola di Adamo. È quello che chiamiamo 'patriarcato' e a volte può uccidere", è stato scritto in rete. E poco importa che lo stesso killer, Alessandro Impagnatiello, abbia detto di aver ammazzato la povera Giulia e suo figlio (ricordiamoci anche di questa vittima, per favore) perché era molto stressato "non solo dalla gestione delle due ragazze ma anche dal fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza". Ed è questo il punto. Se la carneficina è stata possibile è perché la famiglia, sistema certamente imperfetto come tutto ciò che è umano, è in crisi e perché i modelli proposti dalla contemporaneità sono peggio.

Primo tra tutti quello di una vita passata senza legami, saltando da una donna all'altra o vivendo relazioni con più ragazze contemporaneamente. L'uomo, infatti, non è fatto per questo. Può farlo, ovviamente. Può vivere situazioni anche momentaneamente appaganti, ma non sarà mai pienamente felice in questo modo. Proverà attimi di piacere, ma poi si chiederà che cosa sta facendo della propria vita che è data, lo si voglia riconoscere o meno, per costruire qualcosa. Per avere affetti stabili e duraturi. Non è un caso che la famiglia non sia un qualcosa imposto dall'alto, ma una realtà che è venuta a crearsi spontaneamente. Un uomo e una donna - e non può essere altrimenti visto che altre combinazioni sono sterili e, in quanto tali, destinate a scomparire - si incontrano e desiderano stare insieme. I figli arrivano (se arrivano) e completano la coppia. È stato così fin dall'inizio dei tempi e così sarà per sempre, a meno di tifare per l'estinzione del genere umano.

Sempre a sproposito viene, a più riprese, tirato in ballo il patriarcato, ovvero quel sistema dove sono gli uomini, padri e padroni, a comandare. Ora, chiunque abbia avuto a che fare con una famiglia italiana media sa che è stata ed è la donna il vero pilastro di tutto. "Una donna fa o disfa una famiglia", si diceva una volta. Ed è così. Quel che manca oggi, mentre le donne sono apparentemente sempre più forti (anche se forse sarebbe meglio dire che talvolta sono più aggressive), è una vera figura paterna.

Nel suo Il ritorno del padre (San Paolo), Claudio Risé cita dei dati che dovrebbero farci riflettere: "Già nei dati raccolti agli inizi del 2000 dagli Uffici del Censimento americani, emergeva che il 90% di tutti gli homeless (le persone senza dimora) e dei figli fuggiti da casa non avevano un padre in famiglia; il 70% dei giovani delinquenti ospitati in istituzioni statali venivano da famiglie dove non c'era il padre; l'85% dei giovani che si trovavano in carcere erano cresciuti senza padre; il 65% dei giovani che si toglievano la vita avevano padri assenti". Sono dati, e per ciò stesso neutri, che permettono di comprendere come la società senza padre sia patologica. In un mondo simile, prosegue Risé, i maschi non sanno dosare la propria forza: "La società priva di padri ha infatti tolto di mezzo l'apprendimento (che avviene proprio nel confronto col padre) relativo al contenimento e alla trasformazione della propria aggressività, in funzione di un progetto, di una visione del mondo. L'aggressività non trasformata diventa allora una sorta di mina vagante, che continua a oscillare (...) fra la posizione sadica (distruttiva verso gli altri) e quella masochista (distruttiva verso se stessi). Quando prevale la prima, il sadismo, con le sue frequenti connotazioni paranoiche, vi è un dirottamento su un capro espiatorio: ignari malcapitati, o anche un gruppo".

Ecco, se davvero bisogna puntare il dito contro qualcosa, bisogna parlare di questo. Di famiglie distrutte che hanno perso il centro, l'importanza di quel sì da pronunciare ogni giorno nonostante tutto. Di padri assenti o deboli che non sanno più indicare una via da percorrere. Di uomini che non sanno usare il dono della propria forza. Se davvero si vuole far qualcosa affinché bestialità come quelle di Impagnatiello diminuiscano e si avvicinino il più possibile allo zero, bisogna aiutare la famiglia, non stroncarla. E chiedere agli uomini di tornare forti, ovvero di mettersi al servizio dei più deboli: donne e bambini.

E, soprattutto, dire ai padri: tornate a bordo, cazzo.

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