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Il farmaco-killer e le vittime mai indennizzate: la storia del caso Talidomide

Tra gli anni '50 e '60 migliaia di donne incinte assunsero il farmaco Talidomide causando gravi danni al proprio feto. Oggi una legge ha previsto dei risarcimenti, ma tanti restano esclusi

Giustizia per le vittime della Talidomide

"Il 10 Settembre scorso, alla Casa della Musica di Parma, è stata presentata la II^ edizione, riveduta e aggiornata, del nostro libro riguardante tutti gli Atti del Convegno che si è svolto a Montecatini Terme il 22 Febbraio del 2020, intitolato: “La tragedia della Talidomide: aspetti medici, scientifici e giuridici” – Florence Art Edizioni (luglio 2022)". Sono ancora più determinati di allora, Antonio Ciuffreda e Francesco Picucci, componenti dell’Associazione V.I.TA. (Vittime Italiane Talidomide); di quel Convegno furono promotori e organizzatori.

Il tragico farmaco, somministrato negli anni ’50 e ‘60 alle donne in gravidanza per alleviare nausee e vomito, ha provocato migliaia e migliaia di aborti oltre ad un gran numero di bambini focomelici. Bastava anche solo una pasticca per interrompere la crescita del feto (che nasceva senza gambe, senza braccia o danni agli organi interni). La legge n. 14 del 27 febbraio 2009, stabilisce che l’indennizzo di cui all’art. 2, comma 363, della Legge 24/12/2007 n. 244 si intende riconosciuto per coloro che sono nati tra il 1959 e il 1965. Successivamente, la Legge 160/2016 dello Stato italiano, mera estensione della precedente normativa, ha corretto giustamente l’arco temporale precedente, quale irragionevole discriminazione, ammettendo all’indennizzo, previo giudizio sanitario, anche i nati nel 1958, nel 1966 e “... al di fuori del periodo ivi previsto”, specificando che “presentano malformazioni compatibili con la sindrome da Talidomide”.

Invece, fuori da queste annate è stato eretto un muro discriminante, insensato, irragionevole, negando a tutti con altrettanti paletti ostativi l’esercizio del diritto ad essere sottoposti al giudizio sanitario, sancito dalla Legge citata. Ma questo farmaco, brevettato nel 1954 dalla ditta tedesca Chemie Grünenthal, era già somministrato prima del 1958 ed è rimasto in circolazione anche dopo la revoca dei prodotti a base Talidomide avvenuta in Italia nel luglio 1962, otto mesi di ritardo rispetto agli altri Paesi.

Purtroppo, anche dopo il 1966, molte scatole di questo farmaco-killer sono rimaste negli scaffali di molte farmacie, come negli armadietti di molte case italiane e condivise inconsapevolmente tra donne che, magari, volevano aiutare l’amica nell’affrontare le nausee della gravidanza. Consideriamo il contesto storico in esame cioè il dopo-guerra e contestuale rinascita “strutturale e mentale”.

"È incredibile, - afferma Francesco Picucci -, come l’apparato del ministero della Salute voglia ignorare le vittime nate prima del 1958 e dopo il 1966. Si aggrappano a piccole quisquiglie, che la Legge non prevede, anche del tutto inesatte, per limitare il numero di coloro che avrebbero diritto all’indennizzo di Stato (assistenziale a base solidaristica di rango Costituzionale). Ma non ci arrenderemo, anzi, siamo più determinati che mai. Abbiamo portato all’attenzione del Ministero della Salute e del Ministro (Giulia Grillo, prima, e Roberto Speranza, dopo), il nostro dramma personale, chiedendo le visite mediche come dispone la Legge, per dimostrare la correlazione della nostra condizione con l’assunzione del farmaco da parte delle nostre madri, ma abbiamo sempre trovato il classico muro di gomma dello Stato, rigettando contra legem le relative istanze".

Anche Antonio Ciuffre esprime tutta la sua indignazione: "Il muro più grande, sono i dirigenti ministeriali, che molto probabilmente hanno delle direttive dall’alto di opporre motivazioni ostative nei riguardi delle nostre richieste. Si oppongono alle nostre istanze aggrappandosi disperatamente a concetti che si fondano su labili sfumature, che appaiono puerili di fronte alla sostanza, ben articolata e motivata, delle nostre richieste". Conclude Francesco Picucci: "È completamente assurdo quello che ci rispondono, abbiamo fatto varie istanze (sempre respinte), depositate non so più quante interrogazioni parlamentari, l’ultima in ordine di tempo a marzo 2022 a firma della Senatrice Paola Binetti; abbiamo consegnato un rapporto alla Deputata della Commissione Igiene e Sanità a luglio 2019, abbiamo bussato a tante porte istituzionali, ci ha risposto fin il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma quando non c’è la volontà politica ti trovi davanti sempre lo stesso muro di menzogna e ipocrisia. Il nostro libro di eccezionale portata storica, giuridica e scientifica, include testimonianze, dati non controvertibili, studi scientifici documentati, indagini mediche, relazioni e documenti da diversi paesi dell’Europa e degli Stati Uniti. Sarà una testa di ponte per scardinare le fragili difese (perché le loro motivazioni si basano sul niente) di coloro che non vogliono che la giustizia faccia il suo corso fino in fondo, affinché ci sia un trattamento equo, per tutte le vittime. E’ ora di avere giustizia e di averla quanto prima, abbiamo pazientato troppo".

Antonio e Francesco hanno ricevuto il Premio ANMIC Parma 2022 (la più grande Associazione Nazionale di tutela e rappresentanza delle persone con disabilità), "Per la sorprendente capacità di coinvolgere il mondo scientifico e giuridico nella battaglia per il riconoscimento di tutte le vittime da Talidomide”, consegnato il 3 dicembre 2022 in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, con una cerimonia pubblica presso l’auditorium dell’Assistenza Pubblica di Parma alla presenza di un folto pubblico e rappresentanti istituzionali del Parlamento italiano, della Regione Emilia Romagna.

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