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L'accusatore di Sgarbi fu denuciato per estorsione

La querela: il giornalista del "Fatto" avrebbe minacciato dossier contro un editore. Il sottosegretario: anch’io vittima

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Sarebbe vittima di una «campagna di delegittimazione» ordita ai suoi danni, e non semplicemente il protagonista di un’inchiesta sugli incassi per le consulenze che l’incarico di sottosegretario alla Cultura non consentirebbe. Vittorio Sgarbi decide di andare al contrattacco, e se la prende con il cronista del Fatto Quotidiano Thomas Mackinson, autore degli articoli sulle sue consulenze da sottosegretario, accusandolo esplicitamente di minacce e di tentata estorsione.
Il giornalista, secondo Sgarbi, avrebbe infatti contattato negli ultimi giorni un suo ex collaboratore «con ripetute telefonate (molte con il numero oscurato) e messaggi, intimorendolo», e chiedendogli «“notizie in via confidenziale” su di me”».
Sgarbi sostiene di aver appreso di questi episodi soltanto ieri mattina, e aggiunge che il suo ex collaboratore, replicando a queste richieste di informazioni riservate ricevute da Mackinson, si sarebbe rifiutato di «rilasciare qualsiasi dichiarazione, non essendo lui un personaggio pubblico e avendo diritto alla riservatezza». Ma di fronte al no, il cronista del Fatto, restando al racconto del sottosegretario, gli avrebbe mandato il seguente avvertimento: «Se non vuole parlare con me io dovrò presto parlare di lei per quello che so. Per questo la invito a parlarmi... Spero di essere stato altrettanto chiaro... Io uscirò lunedì con la mia storia che ti riguarda».
Insomma, riassume Sgarbi, quella del giornalista sarebbe «una minaccia e una tentata estorsione (parla con me o altrimenti scrivo quello che so di te)».
Così il politico e critico d’arte spiega di aver «dato mandato al mio legale d’informare la magistratura e l’Ordine dei Giornalisti», considerando le notizie sulle presunte pressioni illecite esercitate sulla «fonte» un tempo a lui vicina come una prova che «quella che sta conducendo il Fatto Quotidiano contro di me e i miei collaboratori è una campagna di delegittimazione che non ha nulla a che fare con il giornalismo».
Non è tutto. Oltre all’esposto all’Ordine e alla denuncia, Sgarbi aggiunge di non essere stupito da quanto avrebbe scoperto, spiegando di aver «appreso» anche che il cronista che ha firmato gli articoli sulle sue consulenze per il Fatto è «lo stesso Thomas Mackinson denunciato lo scorso maggio dal suo ex editore per un reato gravissimo: estorsione».
L’ultimo riferimento è alla querelle giudiziaria in corso tra Mackinson e Massimo Massano, un passato da parlamentare missino nella Prima Repubblica e oggi amministratore della Argo, editrice del quotidiano torinese CronacaQui. Mackinson, che intorno al 2010 era stato dipendente di Massano, a novembre 2022 aveva pubblicato un articolo sul Fatto Quotidiano a proposito dei contributi pubblici incassati dall’editore torinese. E nel pezzo, Mackinson riferiva anche di altri business trascorsi di Massano con un tono che l’editore torinese ha considerato diffamatorio. L’ex parlamentare riteneva che l’articolo fosse parte di un piano ordito per minacciarlo a scopo di estorsione, prevedendo la pubblicazione «a puntate» di «un velenoso e calunnioso dossier» contro di lui.

E così ha denunciato sia il cronista del Fatto che il presunto «mandante» di quell’articolo per estorsione e diffamazione a mezzo stampa, denuncia che – spiega Massano parlando al Giornale – starebbe «facendo il suo corso» alla procura di Torino.

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