
La Procura dei Minori di Napoli ha concluso le indagini sulla tragica morte di Chiara Jaconis, trentenne turista padovana morta lo scorso settembre mentre camminava con il fidanzato nei Quartieri Spagnoli a Napoli.
Sarebbe stato un adolescente di 13 anni a lanciare da un balcone la statuetta d’onice che ha colpito e ucciso la turista. L’autore del folle gesto, come spiega il Corriere del Mezzogiorno, sarebbe un ragazzino problematico e già noto per comportamenti simili. Vista la giovane età non può essere chiamato a rispondere penalmente per l’accaduto.
La tragedia si era consumata lo scorso 15 settembre. Chiara stava passeggiando lungo via Concordia, nel cuore antico di Napoli, quando una pesante statuina scolpita in stile egizio le era caduta sulla testa. La turista si era accasciata priva di sensi. Subito portata in ospedale, era spirata dopo due giorni di agonia.
Dalle indagini è emerso il profilo decisamente inquieto del 13enne: la sua adolescenza sarebbe segnata da scatti d’ira e gesti inconsulti. In diverse occasioni avrebbe lanciato oggetti dal balcone, come un tablet e cuscini, ma senza gravi conseguenze. Ma mai tirare troppo la corda. Perché quel giorno di settembre la morte aveva fatto la sua comparsa tra le affollate stradine del centro storico di Napoli. Il giovane avrebbe gettato due pesanti statuette, per un totale di oltre dieci chili. Un gesto d’impulso, scrivono gli inquirenti.
Come spiegato in precedenza, il minore non può essere giudicato. Resta, però, aperto un secondo fascicolo della Procura ordinaria, che riguarda i genitori del ragazzo: omicidio colposo in concorso e mancata sorveglianza sono le accuse ipotizzate. Entrambi erano stati ascoltati a settembre ma avevano respinto ogni responsabilità. La mamma ed il papà del 13enne avevano affermato di non aver mai visto quelle statuette e di non essersi accorti di nulla.
Come riporta ilGazzettino.it Gianfranco Jaconis, padre di Chiara, ha dichiarato: "Visti i precedenti, tutto ciò poteva essere evitato.
Attendiamo che i nostri avvocati analizzino tutto il materiale arrivato dalla Procura minorile e attendiamo l’esito delle indagini della Procura ordinaria, poi tireremo le somme. Da ciò che emerge capiamo che quel ragazzino poteva e doveva essere seguito con più attenzione".