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Sopravvissuta alla Concordia, va in vacanza dopo 11 anni: le figlie restano intossicate

La storia di Angela Familari, tornata a viaggiare dopo 11 anni dalla tragedia di Costa Concordia. In Egitto i bambini si sentono male. La donna chiede un risarcimento

Sopravvissuta alla Concordia, va in vacanza dopo 11 anni: le figlie restano intossicate

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Torna in viaggio dopo il trauma subito nel naufragio della Costa Concordia, ma la vacanza che sognava non è andata come aveva sperato. Protagonista della vicenda è la 43enne Angela Familari, che questa estate aveva deciso di tornare a viaggiare dopo la terribile esperienza vissuta, insieme alle figlie e a un'amica. La donna aveva destinato a questa vacanza ben settimila euro, cifra pagata per un soggiorno di una settimana a Marsa Alam, in Egitto, con le figlie di 12 e 10 anni, e la sua migliore amica, venuta col figlio 12enne.

Angela teneva molto a questo viaggio, che per lei era un po' come un ricominciare. Aveva addirittura provveduto lei a pagare per l'amica e il bambino. "Era il modo per ringraziarla del supporto che mi aveva dato nei periodi più bui e anche perché aveva accolto subito il mio invito a partire con noi e a starmi vicino nella mia missione", ha raccontato la donna al Corriere.

Cosa è successo a Marsa Alam

Lo scorso luglio, dunque, la comitiva parte alla volta di Marsa Alam. Era la prima volta, dal lontano 2012, che Angela decideva di riavvicinarsi al mare. La vacanza, però, si rivela un totale fallimento e tutto a causa di una seria intossicazione. Nel corso di un'escursione nel deserto, il gruppo viene invitato a partecipare a una cena beduina, ma, poco dopo aver mangiato, i bambini cominciano a stare male.

"Non so se le crepes oppure l'anguria o forse era l'acqua, non in bottiglietta, ma loro ci avevano detto che era buonissima lo stesso. Fatto sta che il primo a stare male, il mattino dopo, è stato il figlio della mia amica: febbre altissima e problemi intestinali. Dopo un paio d'ore è toccato alla mia figlia più piccola. E il giorno dopo, a ruota, alla mia maggiore", spiega Angela.

A tutti e tre i bimbi sono state applicate delle flebo affinché l'intossicazione non li debilitasse troppo con la perdita di liquidi e sali minerali. È stata garantita piena assistenza ma, naturalmente, non è stato più possibile proseguire col programma di escursioni.

La richiesta di risarcimento

Angela Familari ha intenzione di ricereve un risarcimento morale per la vacanza rovinata. Si è pertanto rivolta all'associazione dei consumatori Giustitalia. "Noi stiamo chiedendo il risarcimento sia al tour operator, Futura Vacanze, che all'agenzia viaggi, Duna 45 di Roma, perché questo è un caso di vacanza rovinata che la giurisprudenza riconosce", spiega al Corriere il presidente di Giustitalia Luigi De Rossi. La controparte, tuttavia, ha per ora risposto che la responsabilità della tutela dei bambini spettava alla donna.

Il viaggio dopo la Concordia

Quel maledetto 13 gennaio 2012, Angela Familari era fra i passeggeri della Costa Concordia, nave da crociera naufragata davanti all'Isola del Giglio. Nel disastro morino 32 persone. A distanza di anni, la donna ricorda ancora bene quei terribili momenti. "Ero nella cabina con la mia primogenita di dodici mesi. Ci fu un urto, una collisione fortissima. In breve tempo sentimmo l'allarme che diceva di tenersi pronti a evacuare dal ponte 4", ha raccontato la 43enne. "La gente correva per i corridoi, le scale erano già verticalizzate. La bimba mi cadde e si ruppe il dentino davanti, il viso era una maschera di sangue. Arrivata al ponte 4 ho temuto di non poterla rivedere più e sono svenuta.

Però siamo riuscite a salire entrambe sull'ultima scialuppa e non potrò mai dimenticare il ragazzo con la divisa che ci ha accolte a terra con un abbraccio e una coperta color argento dicendo: 'Siete salve'".

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