La "modest fashion" e i burkini: così in Italia sfila la moda islamica

In Toscana hanno sfilato ragazze vestite con costumi da bagno integrali e ampi, che vengono usati dalle donne musulmane per coprire i propri corpi, come impone il Corano

La "modest fashion" e i burkini: così in Italia sfila la moda islamica
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Anche in Italia sono arrivate le sfilate "modest fashion", ossia quei capi che coprono il più possibile il corpo della donna e che sono tanto di moda nella comunità musulmana. Tra questi rientrano anche i burkini, costumi da bagno ampi, non aderenti, che lasciano libero solamente il viso di chi li indossa, nel pieno rispetto degli obblighi coranici, i quali impongono alla donna di coprire il suo corpo, testa inclusa, per evitare che l'uomo possa cadere in tentazione. La sfilata si è tenuta durante il "Teranga Festival" a Marina di Carrara, un evento dedicato all'accoglienza e all'integrazione per celebrare i 25 anni della cooperativa Casa Betania (organizzazione operativa della Fondazione Migrantes) e ha visto in passerella i burkini di una designer che nei suoi social si definisce "stilista in Italia per donne musulmane".

Nel promuovere la sfilata, la designer ha spiegato di aver "sfilato alcuni pezzi della mia collezione di turbanti e burkini. Il Teranga Festival è stato un mix di energia e talenti, accoglienza, condivisione, musica e cultura". Ferma restando la libertà di ogni donna di indossare ciò che preferisce, è indubbio che molte delle donne che vestono in quel modo non sono più libere belle loro scelte ma sono rientate da principi religiosi integralisti che impongono determinati dettami. Tanto meno può essere definito un simbolo di integrazione in Occidente, come spesso viene considerato. Anzi, tutto il contrario, a meno che non si intenda integrazione inversa, ossia l'Occidente che si adegua all'Islam.

"Nel corso della serata, i diversi ambassador dell'evento hanno presentato i loro progetti e discusso dei valori dell'inclusione e della solidarietà. Possiamo certamente discutere sull'importanza della condivisione e della conoscenza di altre culture, ma presentare il burkini come simbolo di integrazione mi sembra francamente fuori luogo", ha dichiarato Silvia Sardone, vicesegretario della Lega. "Il burkini, essendo un costume da bagno femminile che copre interamente il corpo, rappresenta, al pari dei veli islamici integrali, un simbolo di non libertà per le donne. Mi chiedo se sia giusto, in eventi pubblici, pubblicizzare veli o burkini. È una battaglia che porto avanti da anni, anche in Europa, dove per lungo tempo sono state promosse campagne di comunicazione con donne musulmane velate", si legge ancora nella nota di Sardone, che conclude sottolineando che "deve essere chiaro a tutti che il velo islamico non va valorizzato positivamente come simbolo della cultura islamica.

Non è così che si favorisce l'integrazione, danneggiando invece la lotta di tante donne che vogliono liberarsene, senza dimenticare le numerosissime storie di ragazze che, purtroppo, hanno perso la vita o hanno rischiato di perderla per aver osato vivere all'occidentale".

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