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Come tutelare la privacy a scuola

Le vacanze estive sono giunte al termine e per gli studenti è arrivato il momento di tornare sui banchi di scuola. Con l'aumento dell'uso della tecnologia nelle aule, la questione della privacy degli studenti è diventata più rilevante che mai. E le insidie sono tantissime.

Come tutelare la privacy a scuola

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Negli ultimi anni l'uso di dispositivi digitali e piattaforme online è diventato la norma nelle aule di tutto il mondo. La pandemia ha accelerato notevolmente il processo di digitalizzazione delle attività didattiche. Gli studenti utilizzano computer, tablet e smartphone per prendere appunti, accedere a risorse educative online e comunicare con insegnanti e compagni di classe. Questa trasformazione digitale delle modalità di apprendimento offre molti vantaggi, ma pone anche nuove sfide in termini di privacy.

Le preoccupazioni per la riservatezza di studenti e personale scolastico

Le scuole raccolgono sempre più dati sugli studenti, dai loro risultati alle informazioni personali come nome, data di nascita e indirizzo. Inoltre c’è il delicato tema dei dati sensibili, che consentono di tracciare un profilo particolareggiato delle persone e che riguardano condizioni di salute, gusti, preferenze, opinioni. Tutti questi dati devono essere trattati in modo sicuro per evitare violazioni della privacy. Gli attacchi informatici, infatti, sono una minaccia costante per le istituzioni scolastiche. Per questo è essenziale che le scuole adottino misure di sicurezza adeguate a proteggere i dati degli studenti da accessi non autorizzati. Inoltre, i genitori e gli studenti dovrebbero essere informati in modo chiaro su come vengono raccolti e utilizzati i loro dati personali e dovrebbero avere la possibilità di dare il loro consenso o di ritirarlo.

La scuola a prova di privacy: il vademecum del Garante

Con l’obiettivo di affiancare e supportare le istituzioni scolastiche, le famiglie, gli studenti e i docenti nella loro attività quotidiana, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di pubblicare una versione aggiornata del documento di indirizzo “La scuola a prova di privacy” (edizione 2023), che attualizza e amplia i contenuti già presenti nel vademecum diffuso nel 2016 e li pone in linea con il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali (Gdpr).

Particolare attenzione è dedicata alle innovazioni normative e al corretto utilizzo delle nuove tecnologie come ad esempio il registro elettronico, la didattica a distanza e la registrazione delle lezioni. Inoltre, nel vademecum è presente anche un focus su alcuni fenomeni preoccupanti che possono coinvolgere i più giovani (come il cyberbullismo, il revenge porn e il sexting) e sulle buone prassi di educazione digitale (dallo sharenting alla corretta gestione dei video e delle foto realizzate in occasione di feste e gite scolastiche).

La privacy nelle chat di classe

Le chat di classe possono diventare terreno fertile per violazioni della privacy se non vengono gestite con attenzione. Per questo è necessario stabilire delle regole di comportamento chiare e sensibilizzare gli studenti su cosa è giusto condividere e cosa no. Una buona pratica da implementare nelle chat di classe consiste nel designare un moderatore per garantire che le discussioni siano rispettose dei diritti di tutti, anche di chi non è in chat.

Divulgare dati sensibili di persone non presenti in chat o pronunciare insulti nei loro confronti può provocare denunce e condanne per trattamento illecito di dati o diffamazione.

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