«N.C.I.S.», UN POLIZIESCO COI FIOCCHI

Più calano di interesse i reality e più il pubblico, evidentemente desideroso di guardare qualcosa di narrativamente strutturato, qualche storia che abbia un senso nonché un principio e una fine, si orienta sempre più sulle serie televisive. Tra le sorprese della stagione c’è ad esempio Navy N.C.I.S. Unità Anticrimine (lunedì su Raidue, ore 21) che pur non potendo reggere il paragone con i migliori prodotti provenienti da oltre oceano si è comunque conquistato un ottimo seguito di pubblico grazie a un cast indovinato e una gradevole miscelatura di ingredienti drammatici e di dialoghi brillanti. Navy N.C.I.S. è l’unità investigativa della Marina militare capitanata dall’agente speciale Leroy Jethro Gibbs (interpretato dal navigato Mark Harmon) che ha il compito di indagare soprattutto sui reati commessi o subiti da marinai e marines, con riferimenti sempre più frequenti alla matrice terroristica e al coinvolgimento delle frange estremistiche religiose. Nella sostanza, questa serie è una sorta di indovinato ibrido tra le minuziose indagini «modello C.S.I.» e l’ambientazione in stile Jag, avvocati in divisa. Dal primo modello ha preso lo spunto per proporre rilevamenti circostanziati sul luogo del delitto, l’abitudine alle immagini crude, insistite sequenze girate nel laboratorio di medicina legale davanti alle salme sezionate per l’autopsia. Dal secondo ha mutuato, oltre al preciso indirizzo militare delle indagini, anche il clima di continuo ammicco sentimentale tra alcuni componenti dello staff (tra cui la deliziosamente ironica Sasha Alexander nei panni di Kate Todd e lo scanzonato belloccio Michael Weatherly in quelli di Anthony Di Nozzo). In altre circostanze, davanti a un impianto debitore in così larga misura dei due modelli citati, avremmo parlato spregiativamente di «clone», di scopiazzatura di bassa lega. Va invece detto che Navy, pur non potendo brillare di luce propria originale, è riuscito nell’intento di costruire un ibrido convincente, e non è azzardato ritenere che tra il suo folto pubblico vi sia un buon numero di affezionati a C.S.I. e Jag che, in questo modo, hanno la possibilità di ritrovare alcuni motivi e suggestioni delle proprie serie preferite anche nelle avventure dell’Unità Anticrimine. Tra gli aspetti convincenti, come detto, c’è soprattutto la scelta del cast, ottimamente amalgamato e dotato di elementi dai caratteri complementari, capaci di «fare gruppo».

Di grande livello, soprattutto, l’interpretazione di David Mc Callum nei panni del medico legale Dr Donald Mallard, un personaggio azzeccato capace di creare, attorno a una autopsia, un florilegio di aneddoti, citazioni e osservazioni parafilosofiche che lo fanno sembrare un autentico personaggio letterario.

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