'Ndrangheta: 20 arresti, sequestrati 10 milioni

La Dda di Milano ha fatto arrestare 20 componenti della costola della malavita calabrese legata ai Nicoscia e agli Arena: si erano inseriti anche gli appalti della Tav. Molte le accuse: tentato omicidio estorsione e detenzione illegale di armi

'Ndrangheta: 20 arresti, sequestrati 10 milioni

Milano - Venti ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite su richiesta della Direzione distrettuale antimafia con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli arrestati sarebbero componenti della ’ndrangheta responsabili anche a vario titolo di detenzione e porto illegale di armi da guerra, tentato omicidio, estorsione. Durante le indagini gli investigatori hanno sequestrato somme di denaro per un totale di 10 milioni di euro. Le indagini hanno potuto accertare che questa costola della ’ndrangheta legata alle famiglie Nicoscia e Arena, era riuscita a inserirsi anche nella gestione degli appalti legati alla Tav.

Operazione Isola Anche un sottufficiale della guardia di finanza in servizio nel gruppo di Monza fra le persone arrestate questa mattina su richiesta della Dda di Milano. Le indagini condotte dai carabinieri di Monza e coordinate dal sostituto procuratore Mario Venditti, hanno accertato che l’organizzazione era riuscita a inserirsi nelle procedure di appalto della Tav e di altre importatnti opere pubbliche, attraverso la gestione del movimento terra. L’operazione, che ha preso il nome di Isola, è partita due anni fa in seguito a una sparatoria avvenuta a Cologno Monzese: nella notte fra il 3 e il 4 ottobre 2004 furono esplosi numeri colpi di arma da fuoco contro l’abitazione e l’auto di Marcello Paparo, esponente di una delle famiglie della 'ndrangheta di Isola di Capo Rizzuto in provincia di Crotone.

Sequestri Paparo era titolare ed amministratore di diverse società e cooperative che operavano nel ramo della prestazione di lavoro sino alla compravendita immobiliare. A lui facevano riferimento un gruppo di soggetti tra cui alcuni suoi familiari.

Le indagini hanno accertato che il gruppo operava per il riciclaggio di denaro sporco, favoriva latitanti e si era inserito amnche nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Durante le indagini sono stati sequestrati immobili, conti correnti e polizze assocurative per un totale di dieci milioni di euro.

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