Cronaca locale

Nel cimitero dei bambini mai nati

A Milano adesso si può pregare sulle tombe dei bambini mai nati. Tutto è cambiato negli ultimi tre anni. Da quando cioè in Lombardia è obbligatorio seppellire tutti gli embrioni morti e non solo, come nel resto d’Italia, i feti che hanno compiuto le 27 settimane. E solo nel 2009, nel cimitero di Lambrate, sono stati raccolti i resti di 4.775 feti ed embrioni.
Prima del 2007 venivano seppelliti i feti soltanto dopo la 27esima settimana di gravidanza (succede ancora così in tutte le regioni italiane). E a Milano esisteva un campo apposito al cimitero Maggiore, dal 2004 al 2007 ha ospitato 350 piccoli mai nati. Poi, con la legge regionale del 2007, quel campo è stato smantellato, i corpicini cremati e trasferiti a Lambrate. Dove i resti si contano a migliaia.
Lo racconta Basilio Tiso, direttore sanitario di presidio alla clinica Mangiagalli: «Il mondo è fatto da tante persone, l’aborto è sempre vissuto come una tragedia». E «se qualche donna volesse rintracciare i resti di suo figlio anche a distanza di molti anni, ora può farlo».
È tutto in forma anonima, nel rispetto della privacy. Al cimitero di Lambrate le cassettine che contengono le spoglie dei bimbi mai nati sono contrassegnate da un codice. La madre si rivolge in ospedale, fa richiesta e rintraccia la lapide. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia. Ci si può rifiutare di far seppellire un embrione? «Qui non è mai capitato, nessuno ha mai protestato - è certo Tiso - È l’ospedale che si fa carico di tutto».
Alla famiglia non viene chiesto un euro. È gratis la cassettina, il trasporto dall’ospedale al cimitero che avviene una volta al mese e la successiva cremazione. E, del resto, è gratis anche un aborto. L’iter parte dall’ospedale, la donna che sta per subire l’intervento firma il consenso informato, all’interno del quale è spiegato anche che l’embrione (o il feto) non verrà trattato come un qualsiasi rifiuto d’ospedale. Non sarà gettato via con le siringhe usate o le garze sporche, ma verrà cremato a meno che una famiglia non decida per il funerale e la sepoltura. Le ceneri poi, saranno custodite al cimitero di Lambrate. E verranno benedette, periodicamente e al passaggio del prete, come tutte le tombe. La nuova legge ha semplificato anche l’iter per chi desidera celebrare il funerale e seppellire il bimbo non nato. «In genere succede quando una donna perde il figlio al secondo trimestre di gestazione - racconta il medico - ma anche se è costretta all’aborto terapeutico nel rispetto della legge 194. Qualcuna chiede di poterlo sistemare nella tomba di famiglia».
Le sepolture con la cerimonia sono limitate a dieci-dodici casi all’anno. «Dottore, so che la mia le può sembrare una richiesta assurda ma io ho bisogno di pregare davanti a lui, di fare pace con quel bambino che non ho saputo accettare...». Di storie come queste Tiso ne ha sentite centinaia.
Al suo esordio il provvedimento venne aspramente contestato. C’era chi la definiva aberrante e chi la credeva una minaccia alla legge 194. «Le polemiche si smorzarono dopo pochi mesi quando si è capito che non c’è stato alcun attacco alla 194 - ha ricordato Anna Pavan, l’infettivologa dell’assessorato alla Sanità in Regione che ha curato il decreto di polizia mortuaria - La rivoluzione del nuovo regolamento è in sintesi che l’embrione non è più considerato alla stregua di un’appendicite o di un altro rifiuto sanitario. E questo indipendentemente dalla scelta dei genitori e dalla settimana di gestazione».
Il presidente Roberto Formigoni ribadisce che «l’embrione non è un rifiuto ma un prodotto del concepimento e che questa legge è innovativa in Italia e in Europa». Rispetto della vita, insomma. A partire dalla sua forma più piccola. Già.

Nel dubbio che l’anima esista, come diceva il filosofo Pascal, scommettere conviene.

Commenti