«Nel futuro il ritorno sulle piste»

«La parola giusta è una sola: la passione, la passione per le moto». Chi parla è Gianni Cottone, amministratore delegato di Garelli. «Il piacere di guidare, ma anche solo di guardare le moto non mi ha mai abbandonato anche quando non le ho più usate. A un amore ho aggiunto la mia professionalità, la conoscenza del mercato e soprattutto della società cinese. I continui viaggi in Estremo oriente e l’assidua frequentazione alle fiere hanno fatto il resto. Da 30 anni opero in Cina e ho subito intuito che il settore delle moto era in grande espansione».
Così, in un momento in cui l’auto ricomincia a parlare italiano, la moto italiana comincia a parlare cinese. «È proprio così. E c’è un solo motivo: qui è possibile conciliare la qualità con il prezzo. Portiamo in Cina la tecnologia europea».
Perché la scelta del suo gruppo è caduta sulla Garelli?
«Ci siamo messi alla ricerca di un marchio storico. E un marchio made in Italy è una garanzia. Abbiamo avuto la fortuna di trovare un nome che per quasi un secolo ha significato passione per molte generazioni di motociclisti, nonché la storia del motociclismo italiano».
Quali sono i vostri obiettivi?
«Riposizionare Garelli nel posto che si merita è ciò che per noi conta di più. Vogliamo ritornare ai fasti della Garelli dei gran premi, dei titoli mondiali, delle moto che hanno segnato il tempo, dei record e del pionierismo tecnico E pensiamo di farlo attraverso una chiarezza e visibilità d’informazioni e una maggiore sofisticazione dei vari segmenti per accontentare i motociclisti più esigenti».
Un’informazione che si avvale di un volto noto qual è quello di Alberto Giardino. Un grande campione per la moto dei campioni? «Il messaggio è questo. Nel nostro futuro vediamo anche la possibilità di ripresentarci proprio su quelle piste che hanno visto la Garelli sempre in pole position e poi vincitrice. La storia, d’altronde, è la nostra base di partenza.

Non tutti sanno che la prima vittoria di Tazio Nuvolari, ancora sconosciuto, è stata quella ottenuta con la Garelli 350 sul circuito di Parma del 1923. È poi diventato un campione leggendario conosciuto in tutto il mondo. Con un passato del genere non possiamo che vedere il meglio nel nostro futuro».

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