Giovanni Antonucci
Getsemani di Giancarlo Marinelli, in prima nazionale nella palladiana Villa Valmarana ai Nani di Vicenza e in tournée, è un testo di inconsueto rilievo sia per laltezza dei contenuti che per la scrittura drammaturgica tesa e sottile. Prodotto dallo Stabile La Piccionaia-I Carrara e ispirato liberamente a opere di Berto, Cibotto e Saviane, ha per protagoniste Maria Maddalena e Claudia Procula, moglie di un Ponzio Pilato lacerato fra clemenza e «giustizia politica». Sono due donne diverse fra loro, la prima espressione del popolo, la seconda rappresentante di un potere che pure conosce lombra del dubbio. Le accomuna il desiderio di salvare Gesù, senza per questo tradire il Padre, perché credono nella vita e non si rassegnano ad accettare la passione e la morte di Gesù. Accanto a loro vivono una ragazza stuprata dai soldati romani e Elena, unamica di Claudia. Il giardino di Getsemani diventa il giardino del nostro dolore ma anche il senso del nostro riscatto.
Nel «Getsemani» una passione al femminile
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