Nelle bandiere sospese al vento c'è la vera stoffa di tutte le nazioni

Antiche, nuove, strane, eleganti Non esiste simbolo più potente per ribadire la propria identità

Nelle bandiere sospese al vento c'è la vera stoffa di tutte le nazioni

Qualcosa attorno cui riconoscersi. Qualcosa che si veda da lontano e verso cui correre. Un simbolo che sia capace, anche solo con qualche tocco di colore, di riassumere la complessità di un popolo, di una nazione. Una bandiera è, o dovrebbe essere, tutto questo. Ma prima che questo potente oggetto di sintesi divenisse scontato, e anche un po' snobbato e vilipeso, come accade oggi, ci sono voluti secoli. Può sembrare strano, infatti, ma l'idea di bandiera come la concepiamo noi non è così intuitiva. Né riguardo il senso né per la realizzazione. Ad esempio i romani preferivano le insegne. Per reparti appiedati e lenti un vessillo verticale e agganciato nella parte alta risulta molto più pratico di qualcosa che per garrire ha bisogno del vento.

Allora per studiare la storia di questo oggetto niente di meglio del saggio di Bruno Cianci La stoffa delle nazioni. Storie di bandiere (Odoya, pagg. 320, euro 22; prefazione di Alessandro Marzo Magno). Leggendo il quale si scopre che i primi vessilli colorati comparivano già nella Cina di Sun Tzu (VI secolo a.C.) e che la parola da cui deriva l'italiano «bandiera» con tutta probabilità è la longobarda «bandonum». Però la prima vera bandiera di cui si abbia notizia certa è nata in Spagna dal conflitto tra musulmani e cristiani. E la sua iconografia ci influenza ancora oggi. In catalano si chiama Penó de la Conquesta e in castigliano Pendón de la Conquista. Questo drappo a bande rosse e oro rappresenta i colori della casata dei conti di Barcellona e futuri re d'Aragona. A fabbricarlo però non furono gli aragonesi. Bensì i mori che nel 1238 lo issarono su Valencia per annunciare la loro resa alle truppe di Giacomo I. Insomma, la più antica bandiera europea conservata (anche se esistono dubbi sul fatto che sia davvero originale) è stata fabbricata dai mori. Da dove derivasse il disegno a bande oro e rosso non è chiarissimo; di certo gli Aragonesi/Catalani l'avevano già adottato da un bel po' come segno di riconoscimento. Esiste una spiegazione di questa iconografia, ma sa di mito. Secondo una leggenda le quattro strisce rosse sarebbero la traccia lasciata dalle dita insanguinate dell'imperatore Carlo il Calvo sullo scudo dorato del morente Goffredo il Villoso Conte di Barcellona che aveva difeso la città dall'assedio dei mori (sempre loro) nell'anno 897. In realtà Carlo il Calvo morì vent'anni prima, ma la storia nel Medioevo divenne un successone da romanzo cavalleresco. Da allora la bandiera catalana fa da modello. Venne ripresa nella bandiera del regno di Sicilia, e oggi vive anche nel gonfalone del comune di Alghero, giusto per fare un esempio italiano.

Ma sono anche altre le bandiere nate dalla leggenda. Come il Dannebrog, il «panno danese» che sarebbe caduto dal cielo mentre il re Valdemaro II combatteva la crociata livoniana, nel XIII secolo. Ovviamente le prime rappresentazione della bandiera sono meno antiche. Compare nell'armoriale di Gheldria compilato tra il 1370 e il 1386: sta all'araldica e alle bandiere antiche come la stele di Rosetta sta all'egittologia. Anche senza la sicurezza della data d'origine, è certo però che la bandiera con croce che taglia in quattro lo stendardo è stata copiata da tutte le nazioni nordiche: Svezia, Finlandia, Norvegia, più recentemente la Groenlandia. Ma anche dalla Marina da guerra tedesca in epoca hitleriana (il Führer stesso si occupò del disegno) e persino dalla bandiera della Marina da guerra della lontanissima isola di Tonga.

Le bandiere sono così: contagiose. La bandiera russa è stata ideata da Pietro il Grande (1672-1725), il quale aveva ammirato la bellezza della bandiera delle Province unite e decise di copiarla per la sua Russia, invertendo l'ordine dei colori (dall'alto: bianco, blu e rosso). Da allora molti Paesi slavi hanno ripreso quei colori, o almeno hanno mantenuto una bandiera a tripartizione orizzontale. Che invece la Francia abbia fatto scuola col tricolore è appena il caso di ricordarlo. Anche la «mezzaluna» è andata molto di moda. Soprattutto nei Paesi islamici. Ma capirne il motivo è più difficile. Forse per l'importanza del mese lunare nei calendari islamici. Di certo non comparve prima del XII secolo e a lungo rimase meno amata della spada dell'Islam, che compare ad esempio nel vessillo saudita. E del resto dei Paesi islamici non è nemmeno una esclusiva. Spunta una «mezzaluna» anche nella bandiera Moldava e ce n'è una persino nella bandiera della Carolina del Sud.

Anche se secondo qualcuno è una gorgiera da ufficiale inglese stilizzata.

Sono solo pochi esempi fra i moltissimi che riporta Cianci. Ogni bandiera, una storia. Piaccia e non piaccia. E non è facile cancellarla. Anche se la si ammaina.

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