Roma

Nemmeno Giulio Cesare si salva dalle toghe

Il celebre personaggio finisce alla sbarra in un dibattimento che vede Corrado Augias nelle vesti di presidente di tribunale e Andrea Giordana rappresentante dell’accusa

Nemmeno Giulio Cesare si salva dalle toghe

Ariela Piattelli

Interrogare i grandi della storia, indagare sui loro moti interiori, sui rapporti che li hanno spinti a prendere le decisioni, ad intraprendere guerre e battaglie, le quali hanno mutato i destini del mondo intero: un sogno che grazie all’arte diviene realtà, «Processo a Giulio Cesare. Anatomia di un omicidio» sarà in scena ai Mercati di Traiano dal 12 al 14 settembre (alle 21.30) e verrà replicato durante la Notte bianca (alle 2). Lo spettacolo diretto da Giorgio Ferrara scritto da Corrado Augias e Vladimiro Polchi, propone un vero e proprio processo a Giulio Cesare con tanto di presidente del tribunale (Augias), accusa (Andrea Giordana), difesa (Paolo Bonacelli) e testimoni, come Bruto, Vercingetorige (Urbano Barberini), Calpurnia e Cleopatra (Benedetta Buccellato).
Alla fine del processo una giuria popolare, composta da dodici persone scelte dal pubblico, avrà il compito di decidere la sorte dell’imputato. «L’idea è quella di processare Giulio Cesare attraverso una macchina teatrale efficace-spiega il sindaco Veltroni - per entrare in una delle pagine più affascinanti della storia della nostra città, una pagina che descrive un passaggio molto importante. I Mercati di Traiano rappresentano un luogo ideale per la messa in scena dello spettacolo». E saranno proprio quei luoghi a far rivivere una delle figure più controverse della storia, Giulio Cesare il comunicatore, il combattente, il tiranno, lo scrittore, il grande uomo di Stato: molte sono le domande che sono rimaste sospese nei secoli, sulla sua figura dai molteplici aspetti, sulle sue scelte politiche e sulla sua tragica fine (ad esempio nessuno dei suoi assassini gli sopravvisse per più di tre anni e nessuno di loro morì per cause naturali). «Nessun altro assassinio politico porta in sé una quantità tale di elementi caratteristici - spiega Augias - Giulio Cesare era un tiranno e voleva farsi re violando così un tabù di Roma. Era un tiranno, eppure aveva il favore dell’esercito, del popolo, ma può essere definito tale colui che riesce a canalizzare il consenso di tutti?». Questo è solo un aspetto su cui si indagherà nel processo-spettacolo, non mancherà un’analisi della figura di Bruto (interverranno anche lo storico Luciano Canfora e Claudio Martelli), personaggio molto discusso, uno dei maggiori esponenti della congiura contro Cesare: Cicerone scrisse che l’atto di Bruto dimostrò «coraggio da leone e cervello da bambino», questa fu una delle maggiori critiche che gli vennero mosse, critica che porta in sé una grande contraddizione, ma le contraddizioni rappresentano un leit motiv di questa storia straordinaria, in fondo lo stesso Cesare fu definito «il Dittatore democratico». «Sarà uno spettacolo di grande atmosfera - assicura il regista Giorgio Ferrara - grazie alla bellezza del luogo, alle luci, e alle musiche (curate da Alessandro Nidi, ndr)». «Considerate lo spettacolo come un prototipo - anticipa Veltroni - l’anno prossimo potremmo processare un altro grande della storia».

L'ingresso è libero sino ad esaurimento posti.

Commenti