Neocampione Kaymer, il pretendente al trono

Un profilo per conoscere meglio il giovane campione tedesco che domenica scorsa ha conquistato il suo primo Major. Il messaggio agli avversari è chiaro: "Ora sa che posso battere chiunque"

Neocampione Kaymer, 
il pretendente al trono

di Marcello Gamberale Paoletti

Whistling Straits - L’ultimo torneo del PGA Tour ha decretato la nascita di una stella. Martin Kaymer, tedesco neo campione del PGA Championship, entrando nell’Olimpo dei vincitori di Major a soli 25 anni si candida alla successione dei grandissimi di oggi. Da Phil Mickelson a Padraig Harrington, da Ernie Els a Tiger stesso da oggi dovranno confrontarsi anche con il giovane teutonico, incredibile esempio di solidità e freddezza sul campo da golf. Protagonista di un finale di torneo da cardiopalma, il più divertente dei quattro Major 2010, Kaymer ha dato segno di avere nervi saldissimi, tecnica sopraffina e grande strategia.

Carriera Parliamoci chiaro, non è certo una sorpresa vederlo così in alto, la sua biografia da golfista testimonia che il giocatore non è mai stato ordinario, anzi. Dal momento in cui ha girato in 59 colpi sull’EPD Tour in Germania nel 2006 è iniziata una scalata impressionante ai vertici del golf mondiale. Gicando solo otto gare del Challenge Tour 2006 ha portato a casa due vittorie che gli hanno garantito il quarto posto nel ranking finale e la carta per il tour maggiore. Grazie a cinque top ten nella prima stagione sullo Eurpean Tour è stato nominato “The Sir Henry Cotton Rookie of the Year” nel 2007, primo tedesco a ricevere il premio. Il suo grande talento è poi prepotentemente emerso con la conquista nel 2008, alla prima apparizione, del Abu Dhabi Golf Championship. La seconda vittoria è arrivata in casa e si è fatta attendere appena sei mesi: nel giugno 2008 Kaymer battendo al playoff Anders Hansen ha conquistato il BMW International Open a Monaco di Baviera, primo vincitore tedesco in vent’anni di storia del torneo. Nel 2009 è arrivata poi la conferma: due vittorie in due settimane in due dei tornei più importanti, l’Open de France e lo Scottish Open. Vittorie che lo hanno fatto balzare all’undicesimo posto del World Ranking e che gli hanno assicurato la terza posizione nell Race to Dubai 2009.

Consacrazione Fermato esattamente un anno fa da un infortunio patito guidando un Go-cart, due mesi di convalescenza non ne hanno guastato la voglia di vittoria, prontamente arrivata con la riconquista dell’Abu Dhabi Golf Championship 2010. Non poteva iniziare meglio l’anno della consacrazione del giovane campione tedesco. Solitamente non brillantissimo nei Major, Kaymer quest’anno, prima di conquistare il PGA, ha seganto due top ten nello US Open e nell’Open Championship. Ora la vittoria al PGA Championship, solo la terza vittoria di un tedesco in un major, Bernard Langer aveva vinto due Master, lo ha lanciato tra i cinque giocatori più forti del mondo.

Profilo Kaymer sul campo da golf è un avversario molto ostico, dotato di una grande tecnica da tee a green esprime le sue qualità migliori con in mano il putt. Come dimostrato domenica quando alla diciottesima buca ha imbucato da oltre cinque metri per accedere al playoff contro Bubba Watson, Kaymer sui green dimostra un talento naturale. Saldamente ai primi posti delle statistiche sul numero di one putt per giro e sul numero di putt per giro il tedesco ha costruito gran parte delle sue vittorie sui green. Sorprendente è anche la lucidità e la freddezza che dimostra in campo, non un attimo di esitazione o di nervismo traspaiono mai dai suoi occhi, una caratteristica decisiva per imporsi in un gioco tanto difficile tatticamente ed emotivamente.

Promessa “I Major sono i più grandi tornei che puoi vincere in carriera, - ha dichiarato Martin Kaymer domenica - non si può vincere niente di più importante. Sapere che posso vincere un torneo come questo mi da un’enorme fiducia nell’affrontare qualsiasi altro torneo che giocerò in carriera”.

Gli avversari sono avvisati: “Ora so che posso vincere e che posso battere i migliori giocatori del mondo”. Chissà che non sia solo l’inizio di una scalata che lo porterà a spodestare la Tigre Nera dai vertici del golf mondiale dopo cinque anni di dominio incontrastato.

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