da Roma
Se cè un complotto mediatico contro il segretario dellUdc Marco Follini è una trama a trecentosessanta gradi. La stampa tutta daccordo su una notizia politica: più che una trappola, un miracolo.
Follini si sente preso a freccette dal Giornale, ma in realtà nei giorni scorsi, canta canta, sono fioccati i retroscena sulla distanza che separa il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e il segretario del suo partito. Retroscena da sinistra più e meno radicale (lUnità, la Repubblica), dal terreno del politically correct (Corriere della Sera), passando da La Stampa torinese e dal Messaggero. Il Corsera, per esempio, martedì 27 settembre titolava il «dietro le quinte»: «Effetto Silvio, Casini e Follini non si parlano». «Il fatto è - scriveva Francesco Verderami - che il rapporto fra i gemelli dellUdc era già entrato in crisi, e oggi Follini misura la propria solitudine nel partito non perché si senta isolato, ma perché si è incrinato lasse con Casini».
Laccostamento mediatico in chiave divorzista tra Casini e Follini è stato rivestito addirittura del mantello della storia su la Repubblica del 28 settembre, dove Filippo Ceccarelli proponeva una visione ciclica del rapporto dei due ex Dc, «potenza della storia»: «Lattuale divergenza tra i due, la rottura di unintesa ricalca in modo fedele il loro esordio». Il titolo spiega: «Marco e Pier trentanni dopo, torna il duello morotei-dorotei», ossia le ex correnti della Dc a cui presidente della Camera e segretario dellUdc, ritratti in epoche giovanili, appartenevano. Nellarticolo di attualità veniva poi rimarcato dal giornale diretto da Ezio Mauro: «Il feeling tra gli ex gemelli postdemocristiani si è definitivamente rotto».
In un altro retroscena dello stesso giorno su La Stampa («Lamarezza di Follini, mi hanno lasciato solo») era locchiello a informare nello stesso senso: «Nervi tesi tra i post Dc». Persino un quotidiano al di fuori di ogni sospetto di contatti con Silvio Berlusconi, lUnità, il 29 settembre, ammetteva: «La giornata di ieri, in effetti, ha fornito limmagine di una distanza politica marcata fra i due (Follini e Casini, ndr)».
Per concludere la rassegna «complottista», infine Il Messaggero titolava il retroscena del 28 settembre nella stessa chiave: «Lo sfogo di Follini: mhanno lasciato solo». Tanti quotidiani, diverse angolazioni, lo stesso concetto. Ed è anche una rarità.
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