Nessun taglio ma giro di vite sugli stipendi

Le modifiche alla Legge Biagi sacrificano diverse tipologie di contratti flessibili per alzare la produttività solo dell’1 per cento

«La nuova stima della spesa primaria corrente sconta una crescita dei redditi da lavoro dipendente al 4,5 per cento». Così il Dpef giustifica i 590 miliardi di euro di spese correnti previste per il 2006 dei quali 162 miliardi dedicati agli stipendi. Il documento, però, si basa sulla sostanziale stabilità del numero dei dipendenti della pubblica amministrazione. Quindi nessun taglio. La spiegazione è semplice: i flussi dei pensionamenti saranno gestiti come opportunità per «l’ingresso di nuove professionalità, ripresa dei concorsi» e assunzioni dei giovani fuori ruolo. È altresì previsto un taglio delle consulenze e una riallocazione del personale alle funzioni essenziali. Ma non ci sarà nessun taglio. Se i posti saranno salvaguardati, per le retribuzioni è previsto un giro di vite. «Sotto il profilo retributivo - si legge nel Dpef - appare comunque necessario rafforzare lo sforzo della moderazione salariale nell’ambito della quale si dovranno individuare meccanismi premianti».

Insomma, le dinamiche di incremento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, come velatamente preannunciato da Prodi, saranno messe sotto controllo. Salvo fuochi di sbarramento dei sindacati si cercherà di dare un colpo al cerchio e uno alla botte.

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