Washington - Un impatto violentissimo nel cielo di New York, poi la caduta nel fiume Hudson. Così ieri, in pochi secondi, verso mezzogiorno di una giornata di sole, la vacanza di un gruppo di cinque turisti italiani s'é trasformata in tragedia. L'elicottero turistico della compagnia 'Liberty Tours', sul quale stavano volando per vedere dall'alto la Statua della Libertà e i grattacieli di Manhattan, è precipitato nel fiume, dopo essersi scontrato con un piccolo aereo privato, un Piper, con tre persone a bordo, tra cui un bambino, in volo lungo la costa del New Jersey.
Si erano concessi l'emozione di un viaggio in elicottero sulla skyline di New York, ma la gioia di una vacanza nella 'grande mela' si è trasformata in tragedia per due famiglie bolognesi. Nello scontro sono morte nove persone: cinque italiani, il pilota e le tre, tra cui un bambino, che viaggiavano a bordo del piccolo aereo privato lungo la costa del New Jersey. Le vittime italiane sono Michele Norelli, 52 anni, il figlio Filippo, che avrebbe compiuto 17 anni il 29 novembre, Fabio Gallazzi, 49 anni, la moglie Tiziana Pedrone, 45, e il figlio Giacomo, di 16. I Norelli abitano a Trebbo di Reno, frazione di Castel Maggiore alle porte dell'area nord di Bologna, i Gallazzi a San Lazzaro di Savena, nell'hinterland est del capoluogo. La moglie di Norelli, Silvia Rigamonti, insegnante in un comune del Bolognese, si è salvata perché temeva quel volo e non se la sarebbe sentita di salire a bordo. Ed è salvo un altro figlio dei Norelli, Davide, 23 anni, studente di Economia aziendale, che aveva a sua volta il progetto di andare a New York con la fidanzata, ma in settembre.
La paura di Tiziana Anche Tiziana, prima di raggiungere gli Usa, aveva espresso le sue paure per il volo il elicottero, ma poi aveva cambiato idea. Il volo panoramico era stato prenotato già dall'Italia, al prezzo di 130 euro a persona. I bolognesi erano partiti il 4 agosto, via Amsterdam, e sarebbero rientrati nei prossimi giorni. Compagni di viaggio e amici nella vita: Filippo Norelli, studente al liceo scientifico Sabin, e Giacomo Gallazzi, che frequentava un altro scientifico cittadino, il Fermi, si tenevano in contatto anche su social network come Facebook o Netlog, dove avevano una folta schiera di amici. Fabio Gallazzi aveva una ditta di rappresentanza di prodotti per aziende metalmeccaniche, Michele Norelli era titolare di un negozio che produce cornici e vende prodotti per l'arredamento al centro commerciale Lame, in via Marco Polo. Tiziana Pedrone era casalinga, anche se dava una mano in un negozio di oreficeria. I due padri, insieme ad altri amici, erano ciclisti dilettanti e la domenica andavano in giro per i colli bolognesi sulle due ruote.
I Norelli festeggiavano 25 anni di matrimonio Per i Norelli, poi, il viaggio a New York aveva un significato molto particolare: era quello con cui la coppia avrebbe festeggiato, assieme a Filippo e agli amici, il 25/o anniversario di matrimonio. Si sono salvati invece grazie a un ritardo una turista romana di 42 anni, Paola Casali, e il figlio Lorenzo, tredicenne: avevano prenotato il tour sull'elicottero precipitato, ma sono arrivati troppo tardi all'eliporto della 30/a strada. Alle prime luci del giorno, intanto, sono riprese le ricerche dei corpi nell'Hudson. Tre, fino alla tarda mattinata in Italia, i cadaveri recuperati, tutti degli occupanti del Piper secondo la Cnn, che citando fonti investigative ha riferito anche della localizzazione del corpo di una quarta vittima.
La collisione L'elicottero della 'Liberty Helicopter Sightseeing Tours', a quanto si evince da una foto diffusa la scorsa notte dal network Usa Fox, avrebbe perso il controllo dopo essere stato colpito, probabilmente nella parte posteriore, da un'ala del velivolo. La collisione è stata vista da numerosi testimoni, ma a quanto risulta non dai familiari (a New York c'era anche un cugino di Norelli che li aveva raggiunti in un secondo momento), che si trovavano in una zona dalla quale probabilmente non si sarebbe potuto notare l'incidente. Domani l'ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Gianni Castellaneta, si recherà a New York per rendere visita ai parenti delle vittime italiane, insieme al sindaco Michael Bloomberg. "Cordoglio e solidarietà" alle famiglie delle vittime è stato espresso dal ministro degli Esteri Franco Frattini.
Il pilota del Piper Steven Altman, il pilota del piccolo Piper al centro dell'incidente sull'Hudson in cui hanno perso la vita cinque bolognesi, era un ricco imprenditore immobiliare di Filadeldia il cui padre, un veterano della Seconda Guerra Mondiale, più tardi nella vita aveva fatto l' 'angelo dei cieli'. David Altman, il padre di Steven e di Daniel, un'altra delle vittime dell'incidente, aveva cominciato a volare non giovane e si era distinto per il suo servizio con Angel Flight East, un gruppo di volontari che trasportano su piccoli aerei pazienti gravemente ammalati. Con Steven e Daniel ha perso la vita anche il figlio di Daniel, Doug, che aveva 15 anni. La società immobiliare degli Altman possiede migliaia di appartamenti in New Jersey, Pennsylvania e Delaware. Gli Altman hanno anche parecchi aerei di proprietà. Steven Altman aveva preso la licenza di pilota nel 2001.
L'allarme da terra... Un pilota di elicotteri ancora a terra nell'eliporto della Liberty Tour cercò di avvertire il collega ai comandi del velivolo che si è schiantato. "Ha mandato un messaggio radio al pilota. 'One-Lima-One. Hai un aereo ad ala fissa dietro di te'. Ma dal pilota non c'é stata risposta", ha detto la presidente del National Transportation Safety Board. Dopo qualche istante la tragedia: il Piper ha colpito con l'ala destra l'altro velivolo facendolo precipitare e inabissandosi a sua volta nel fiume a poca distanza dal punto dove alcuni mesi fa un jet della Us Airways atterrò miracolosamente senza fare feriti. La NTSB ha aperto un'inchiesta che potrebbe richiedere settimane se non mesi prima delle conclusioni. Il pilota dell'elicottero precipitato si chiamava Jeremy Clark e abitava a Lanoka Harbor nel New Jersey.
Arrivano in ritardo e perdono il volo: salvi I ritardi che salvano la vita: Paola Casali, una turista romana di 42 anni, aveva prenotato il tour sull'elicottero precipitato ieri nell'Hudson per lei e per il figlio Lorenzo, 13 anni, ma è arrivata troppo tardi all'eliporto della 30esima strada e sono ancora vivi. Destino? Quando è arrivata all'eliporto, era troppo tardi per prendere l'elicottero in partenza tra mezzogiorno e l'una. Mentre la donna e il figlio aspettavano l'elicottero successivo si è cominciata a spargere la notizia che era successo un terribile disastro. "Sono confusa, ma penso di essere stata molto fortunata", ha detto la donna al New York Times: "Oggi per me comincia una nuova vita". La Casali ha detto che il figlio ieri le aveva detto che era preoccupato e che aveva paura di volare. "Lorenzo avrebbe voluto fermarsi in uno Starbucks, ma lei le aveva detto che il tour era perfettamente sicuro perché l'aveva fatto sei anni fa".
Voli sospesi sull'Hudson Vietato volare a vista sull'Hudson: una 'no fly zone' e' stata imposta 'temporaneamente' dalla National Transportation Safety Board, l'agenzia per la sicurezza del volo. I voli dei piccoli jet e degli elicotteri sono stati vietati al di sotto dei 600 metri. Potranno entrare nella no fly zone solo i velivoli addetti alle operazioni di recupero.
Il divieto è stato infatti imposto in relazione alle attività di ricerca dei corpi delle vittime e dei due velivoli coinvolti nell'incidente, non perché il corridoio aereo sull'Hudson sia diventato, a detta di addetti alla sicurezza e di molti piloti, una vera e propria 'autostrada della morte'.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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