Niente sesso dopo l’intervento Risarcita

Se non è sesso, almeno siano i soldi. Così è andata a una donna, che in seguito ad un intervento per l’asportazione di una cisti è stata costretta a rinunciare per molto tempo a rapporti sessuali, ma ha ottenuto dal giudice della quinta sezione civile di Milano, Giuseppe Valente, un risarcimento di 38.236 euro per i danni biologici e morali e di 8.474 euro per le spese processuali.
Tutta colpa di quell’operazione. All’ospedale di Bollate, infatti, le cose non erano andate per il verso giusto. Nell’atto di citazione in giudizio, infatti, la donna aveva sostenuto di avere subito nel corso dell'intervento una lesione al tessuto muscolare dell'apparato genitale, tale da impedirle per un lungo periodo di avere rapporti sessuali.
Di lì la decisione di denunciare l’Azienda ospedaliera di Garbagnate, tra i cui presidi rientra il dipartimento di Bollate, ritenuta responsabile della dolorosa (in tutti i sensi) «complicazione».
E, al termine del processo, il Tribunale civile le ha dato ragione, considerando motivata la citazione in giudizio, e imponendo all’ospedale il risarcimento dei danni biologici, morali e processuali.
In tutto, quasi quarantasettemila euro.

Tanto è stata valutata dal giudice della quinta sezione l’astinenza forzata da rapporto sessuale. Calcolo complicato e di difficile interpretazione, ma tant’è. Alla donna, ripreso possesso delle proprie «facoltà», una consolazione venale. Niente sesso, è vero. Ma i soldi...

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