Nissan, tante «Note» positive

Il presidente: «Rafforzeremo le sinergie con Renault. Anticipiamo le richieste dei clienti» Dal 2008 il marchio Infiniti sarà in vendita anche nel mercato europeo

Enrico Artifoni

da Francoforte

Sei anni fa, non appena acquisito il controllo della Nissan, la Renault mandò Carlos Ghosn, giovane manager brasiliano di origini libanesi con fama di grande tagliatore di costi, a risanare la traballante azienda giapponese. Tre anni dopo, in largo anticipo sui programmi, il brutto anatroccolo con gli occhi a mandorla si era già trasformato in cigno: da allora macina primati di vendite e guadagni, mentre Ghosn, 50 anni, è diventato il numero uno anche di Renault e divide il suo tempo tra Parigi e Tokyo.
Signor Ghosn, come va l’alleanza? Nessun problema di sovrapposizione tra marchi e prodotti nei mercati dove Nissan e Renault competono tra loro?
«No, finora i risultati sono ottimi e ci spingono a rafforzare ulteriormente cooperazione e sinergie. Anche nelle stile: in futuro i manager delle due case dovranno avere lo stesso codice di comportamento. Nel contempo, però, stiamo bene attenti a non prendere mai decisioni che vadano a scapito dell’una o dell’altra azienda».
Per ampliamento della collaborazione intende l’assemblaggio di modelli dei due marchi nella stessa fabbrica?
«Si può fare, ma non è la soluzione migliore. Dovremmo pagare dei prezzi salati, superiori al risparmio di produrre insieme. Perciò preferiamo puntare sulla specializzazione: certi motori e certi cambi li fa Nissan per tutta l’alleanza, altri Renault. Con grande vantaggio per tutti. Renault da sola, per esempio, non avrebbe potuto permettersi di sviluppare la trazione integrale che Nissan possedeva già. E Nissan non sarebbe mai stata in grado di proporre, come farà prossimamente in alcuni Paesi, la propria versione di un’auto poco costosa e affidabile come la Logan».
Negli ultimi tre anni Nissan ha aumentato le vendite di un milione di unità, ha portato il margine di profitto all’8% e ha azzerato i debiti. Per i prossimi tre, si propone di crescere ancora e al tempo stesso di aumentare i guadagni. Come?
«Lavoriamo su tre fronti. Cerchiamo innanzitutto di capire che cosa vogliono i clienti e di anticipare le loro richieste, in modo da poter preparare per tempo prodotti adeguati. A questo scopo stiamo investendo molto in tecnologie e impianti. Ma abbiamo deciso anche di espandere la nostra offerta, sia per numero di modelli sia di Paesi in cui siamo presenti».
In passato l’Europa non ha dato molte soddisfazioni a Nissan. E ora?
«Continuiamo a crescere meno rispetto ad altri mercati, primo fra tutti quello americano. Ma la novità è che non perdiamo più soldi, anzi ne guadagniamo».
Un buon contributo ai risultati di Nissan Europa lo dà la filiale italiana, da maggio affidata al francese Stephane Cottin, 42 anni, 3 figli e una grande passione per l’arte. Un manager dal piglio deciso e dalle opinioni chiare.
Monsieur Cottin, quest’anno avete lanciato due modelli originali ma costosi e di nicchia come Murano e Pathfinder. Come vanno le vendite?
«Bene. I volumi non sono grandi, ma in linea con le aspettative. E soprattutto questi modelli al top di gamma contribuiscono ad affermare il marchio Nissan. Quest’anno prevediamo di vendere oltre 600 Murano e circa 2mila Pathfinder. L’anno prossimo investiremo sul Murano e inviteremo la gente a provarlo perché è un modello unico, senza rivali».
Che cosa vi aspettate, invece, dalle novità del Salone di Francoforte, la Micra C+C e la Note?
«La cabrio-coupé della Micra ci consente di parlare nuovamente dell’appeal delle nostre auto. Sarà in vendita da novembre, a partire da 16mila euro. Note, invece, disponibile da marzo 2006, è ideale per le giovani famiglie dinamiche: non troppo grande, ma spaziosa».
Quando vedremo la nuova sport utility derivata dal prototipo Qashqai?
«Nel 2007. Sarà un’auto eccitante, costruita proprio a partire da ciò che vogliono i clienti».
Nissan è presente in Italia anche nel settore dei veicoli commerciali leggeri. Siete contenti dei furgoni costruiti in joint venture con Renault e Opel? E come va il nuovo pick-up Navara?
«Dobbiamo imparare a vendere, anche in termini di servizi e di marketing, questo tipo di veicoli. Nei prossimi anni investiremo nel settore e creeremo una “business unit” specifica. Navara? È un prodotto che non esito a definire migliore rispetto ai rivali».
Si parla anche dell’arrivo dagli Usa del marchio di lusso Infiniti...?
«Sì, porteremo Infiniti in Europa.

Ma dal 2008, quando avremo i nuovi motori Diesel».

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