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"Noi dimenticati dal Comune" Ronchetto chiede la secessione

Strade pericolose, campi rom e problemi irrisolti: «Lasciamo Milano» La Lega: «Il nostro banchetto ha raccolto 300 firme in quattro ore». Per «staccarsi» da Milano bisogna indire un referendum popolare

"Noi dimenticati dal Comune" Ronchetto chiede la secessione

Le strisce pedonali sono cancellate quasi ovunque, i semafori un lusso difficile da ottenere. Nonostante il traffico perennemente in tilt e l’assenza di mezzi pubblici che colleghino direttamente con il Giambellino. Siamo a Ronchetto sul Naviglio, estrema periferia Sud-Ovest che lambisce il Naviglio Grande. Case basse, tanto verde, circa 12mila abitanti e molti problemi. Così tanti da spingere alcuni politici locali alla richiesta più estrema: «Siamo stufi di essere dimenticati dal Comune, vogliamo la secessione». A parlare è Giuseppe Carlo Goldoni, capogruppo della Lega Nord in zona 6. «Abbiamo presentato tantissime mozioni, ma sono sempre state bocciate. Sia dall'opposizione sia dai nostri alleati - spiega -. Visto che il numero dei residenti corrisponde a quello di un Comune di media grandezza, e visto che qui ci sono tutti i servizi essenziali, non vedo perché non diventare autonomi. Di sicuro i problemi potrebbero essere risolti più velocemente». Per ora è soltanto un’idea, che potrebbe però diventare realtà se da Palazzo Marino non arrivassero risposte tempestive. «Il primo passo sarebbe indire un referendum - continua Goldoni -. A quel punto i cittadini potrebbero esprimere la loro volontà». Che sembra già chiara: 2 mesi fa il banchetto della Lega allestito nel quartiere ha raccolto 300 firme in 4 ore. «La questione è sentita. I problemi non sono tutti gravi - prosegue il consigliere -, alcuni potrebbero essere affrontati in poco tempo, così la vita dei cittadini sarebbe facilitata». Per esempio, basterebbe ridipingere le strisce pedonali, segnalandole magari con un lampeggiante. Oppure montare semafori a chiamata in prossimità delle fermate degli autobus lungo via Lodovico il Moro. «Attraversare in quei punti è molto pericoloso - dice Goldoni -, le auto corrono troppo e per i passanti è rischioso attraversare. Infatti, ogni tanto qualcuno ci rimette la vita». Ma i residenti della zona chiedono a gran voce anche di aumentare i mezzi pubblici. O meglio, di prolungare il percorso degli autobus 47, 49 o 78 che vanno verso il Giambellino. «Basterebbe questo per evitare che percorrere 500 metri in linea d’aria si trasformi in un'odissea: 45 minuti, quando va bene, e tre mezzi diversi». E poi c’è la grande incompiuta: la bretella Merula-Chiodi. Una strada che, tagliando attraverso la campagna, permetterebbe di snellire il traffico nelle strade di Ronchetto. «Il progetto è stato approvato - prosegue Goldoni -, così come i finanziamenti, stanziati circa tre anni fa. Ma per il momento qui non c’è neanche l’ombra di un cantiere. Nel frattempo, le vie Martinelli, Colombano e Pepere, dove ci sono scuole, asili e centro anziani, sono costantemente intasate». Poco distante ci sono le case popolari del Comune. Palazzine di mattoni rossi nelle quali vivono circa 400 famiglie. La recinzione è bassa un po’ dappertutto, ma in un punto non supera i 10 cm. Da qui gli zingari che vivono nel campo abusivo nascosto nelle campagne di via Crivelli entrano per lavarsi con l’acqua condominiale o dormire nelle cantine. Lo sgombero dell’insediamento è stato bocciato, in compenso i residenti di quelle case evitano di andare in cantina nelle ore più buie. «Hanno paura - conferma Goldoni -. Specialmente le signore, che rimandano la discesa al giorno successivo». La lista dei disagi comprende anche il capolinea del tram 2.

L’assenza di panchine o pensiline passa quasi inosservata, perché l’attenzione è catturata dal parcheggio: una distesa di terra sterrata. «In una situazione del genere non possiamo non sentirci abbandonati - conclude -. Se non avremo risposte chiederemo la secessione».

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