«Noi non abbiamo dubbi: è stato colpito dai banditi»

«Sono tornato dalla guerra senza neppure un graffio e mi volevano ammazzare proprio a casa mia?». Riassume così Giovanni Pirovano la brutta avventura vissuta ieri mattina, conclusasi col suo ferimento. Non ha tempo di aggiungere altro mentre dal letto d’ospedale del reparto di Ortopedia di Rho, il barelliere lo sta trasferendo in sala operatoria per estrargli il proiettile che gli si è conficcato nell’avambraccio destro, a pochi centimetri dal gomito. Solo la perizia balistica potrà ora stabilire se a ferirlo sono stati i vigili urbani, oppure come lui stesso ha raccontato ai nipoti, uno dei due truffatori che lo avevano preso di mira.
«Hanno suonato al cancello dicendo che dovevano controllare il gas – ricorda la nipote Anita -; mio zio si è avvicinato perché non ci sente molto, e uno di loro, sembravano stranieri, gli ha detto di aprire. Lui è mezzo sordo ma sveglio come un grillo, ha fiutato l’inganno e intimato di andare via di corsa, altrimenti avrebbe chiamato i carabinieri. Non si sa bene cosa si siano detti ancora, ma ad un certo punto uno avrebbe sparato verso il basso. Probabilmente il colpo è rimbalzato ed ha ferito mio zio».
Giovanni Pirovano tuttavia non s’è accorto di nulla; quando i due si sono allontanati verso la macchina è uscito dal cancello con il braccio gocciolante, lasciando dietro di sé una scia di sangue. Soltanto quando ha raggiunto l’angolo della casa ha realizzato l’accaduto.


«Sanguinava abbondantemente, si è accasciato e poi ha visto i vigili arrivare. Quasi immediatamente c’è stata la sparatoria che avrebbe potuto avere anche conseguenze più drammatiche – conclude la nipote -. A pensare che quegli sconosciuti avrebbero potuto anche ammazzarlo, mi vengono i brividi».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica