da Roma
Chissà se adesso finiranno le illazioni sullagguato allauto della Sgrena, le ricostruzioni da far west dei fantomatici «calipariani», il fuoco incrociato al check point americano sulla strada per laeroporto di Bagdad. La perizia della procura di Roma sulla Toyota Corolla con a bordo lo sfortunato funzionario del Sismi e la giornalista del Manifesto sgombra definitivamente il campo alle ipotesi più dietrologiche e fantasiose: a fare fuoco sulla vettura che viaggiava tra i 60 e il 65 chilometri orari è stata una sola arma, una mitragliatrice, proiettili calibro 7,62. Nessun plotone desecuzione, quindi. Nessunaltra bocca di fuoco, per come lha raccontato Giuliana Sgrena. Sono queste le conclusioni illustrate al pm Ionta in merito alla consulenza disposta sullauto dove viaggiava Nicola Calipari, ucciso nella capitale irachena il 4 marzo scorso.
Stando al documento sviluppato sullanalisi dei nove frammenti di proiettili rinvenuti nella vettura e attraverso lanalisi delle microstrie, grazie al sistema laser, gli esperti sono convinti che a far fuoco sia stata una sola mitragliatrice montata sul mezzo blindato dellesercito americano. Di ogni traccia è stato fatto uno sviluppo ottico, quindi un grafico e poi sono state analizzate le immagini così ricavate. In questo modo è stato possibile individuare la classe di arma. Sulla base delle ricostruzioni trigonometriche, lauto si trovava tra i 100 e i 130 metri dallorigine del fuoco quando questo è iniziato. Quando è terminata la sparatoria «unidirezionale» la Toyota si trovava dal check point tra i 40 e i 50 metri. Secondo alcune indiscrezioni, fondamentale per lindividuazione della macchina sul teatro dellevento è stato lapporto del docente di meccanica Fulvio Vatta. Ma anche gli altri consulenti sono stati fondamentali per risalire dai 9 frammenti di proiettile al «comportamento» che le pallottole hanno avuto allinterno del mezzo in movimento. Gli altri periti sono Alfredo Luzi, Bruno Cardinetti, Donato Firrao, Carlo Torre, oltre appunto al Vatta. In base alla prima valutazione del dossier la Toyota non sarebbe stata fermata dallazione di fuoco bensì da quella frenante del collega di Calipari che era alla guida, il quale ha anche compiuto una manovra opposta alla direzione della strada, che girava verso destra, mentre lui ha ruotato verso sinistra.
Resta contro ignoti il fascicolo dinchiesta, anche se - si precisa - si procede per tentato omicidio e omicidio.
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