«Non ci sto Tutti e tre sono vittime»

«E va sempre rispettata la libertà di essere informati»

«La notizia mi turba. Spero si apra un dibattito non ideologico. La questione non è aborto eugenetico sì o aborto eugenetico no». Daniele Capezzone è il segretario dei Radicali italiani. Chiede un attimo per studiare la sentenza. Concesso. «Non è facile. Ma di una cosa sono certo: esiste un diritto ad essere informati. Einaudi diceva: conoscere per deliberare. In questo caso non è accaduto. Ed è grave. Nessuno, che sia lo Stato o un’altra persona, può decidere al posto mio».
Corretto risarcire i genitori?
«Mi sembra il minimo».
Anche se ormai non c’era più la possibilità di abortire?
«Trovo strano che il ginecologo si sia accorto delle malformazioni così tardi. Tutti i soggetti interessati sono stati defraudati di un diritto deontologico. Tutti hanno diritto a un risarcimento».
Tutti? Anche la figlia?
«Ripeto. Il diritto al risarcimento per l’errore di un medico coinvolge tutti coloro che sono coinvolti. I genitori al momento della nascita. La bambina, che ormai è adolescente, dopo che è nata».


Risarcita perché l’hanno fatta nascere?
«No. Risarcita perché i suoi genitori non sono stati messi nelle condizioni di conoscere. Tutti e tre sono stati derubati di un diritto. Tutti e tre meritano un riconoscimento».

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