«Non demolite il Carlo Felice: è un tempio della musica»

«Non demolite il Carlo Felice: è un tempio della musica»

In una settimana è stato subito disco d’oro. «Electric Jam» di Pino Daniele, sei tracce sospese tra sfumature blues e melodie mediterranee, vede un artista non solo al pieno della maturità, ma anche sempre alla ricerca di nuove emozioni. Quelle che porterà al Carlo Felice di Genova domani sera alle 21 con il suo concerto.
Com’è il pubblico genovese?
«Straordinario, ci sono anche tantissimi napoletani che vengono a sentirmi, siamo dappertutto, anche e Genova siamo tanti (ride). Ma anche i genovesi amano la mia musica. Avete una grande tradizione, Tenco, Gino Paoli, Fossati, De André».
Chi le piace di più?
«Tenco mi è sempre piaciuto, la scuola genovese è davvero straordinaria, ho il massimo rispetto per tutti gli artisti che l’hanno realizzata e fatta diventare grande».
Parliamo del nuovo album, già disco d’oro.
«Abbiamo fatto un’operazione di mercato nuova (il disco contiene sei brani ed è venduto a 9.90 euro, ndr). Siamo in un momento di grande crisi economica e anche il settore della musica non fa eccezione. Quindi è bene cercare nuove soluzioni. Il disco è la prima parte di un unico progetto artistico la cui seconda parte verrà pubblicata a novembre con il titolo “Acoustic jam”».
Blues e sonorità tipiche della black music sono la colonna sonora. E i testi? Oggi è più importante parlare di temi sociali o vanno ancora i sentimenti?
«Non c’è una tematica precisa, io faccio musica da più di trent’anni per l’esigenza di scrivere musica. Canto quello che mi succede e la fonte sempre più forte sono i sentimenti, l’affetto verso le persone che ami. Questo, almeno, vale per me»
Lei viene a cantare al Carlo Felice...
«Straordinario, è un tempio della musica...»
Sì, ma lo sa che è in crisi fortissima?
«No, non lo sapevo. Ma certamente va salvato, si deve intervenire. Bisogna sempre tenere alto il mito, l’identità culturale. Guardi quello che è successo in Abruzzo adesso, dove sono crollati i palazzi storici, e oltre alla tragedia umana c’è anche la perdita dolorosissima dell’identità culturale. Del Carlo Felice Genova deve essere orgogliosa, come Napoli del San Carlo. Si tratta di simboli che vanno difesi ad ogni costo».
Il 19 aprile sul palco, insieme a Pino Daniele ci saranno Alfredo Golino alla batteria, Matt Garrison al basso e Gianluca Podio al piano e tastiere. In scaletta brani ormai diventati dei veri classici come «Quando» e «Napule è» che insieme a «Nun me scuccià», «’O Scarrafone» e «Yes I know my way» (solo per citarne alcuni) accompagneranno lo spettatore lungo tutta la trentennale carriera dell’artista fino ad arrivare ai nuovi brani come «Il sole dentro di me» cantato con J-Ax, ex degli Articolo 31.
Com’è la collaborazione con i giovani di un artista che come lei è un’istituzione della musica, sempre in classifica.
«Le classifiche oggi hanno meno importanza di una volta, anche le opportunità della musica stanno scemando, per questo motivo è così importante fare musica di qualità. E il rapporto con altri artisti è questione di incontri, di feeling. È successo con Giorgia, o con Silvia Aprile per Sanremo. Ma non si può prevedere prima, ci vuole la sintonia».


E le trasmissioni come Amici o X-Factor?
«Vanno bene, vanno di moda, si rifanno al panorama internazionale... non si può parlarne male».
Appuntamento dunque il 19 aprile al Carlo Felice, alle 21. Biglietti da 45 a 25 euro, più prevendita.

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