«Non faccio la guardia agli israeliani» Polemica a Londra su agente islamico

Sollevato dall’incarico perché rifiuta di vigilare l’ambasciata

Erica Orsini

da Londra

Riassegnato a diverso incarico per “motivi morali”. Il capo della polizia metropolitana londinese ha avviato un’inchiesta urgente sul caso di un agente musulmano che si era rifiutato di prendere servizio nel corpo di protezione diplomatico posto a difesa dell’ambasciata israeliana nella capitale britannica. A raccontare il fatto è stato ieri il quotidiano The Sun. In base a fonti raccolte dal tabloid, l’agente musulmano Alexander Omar Basha, una volta venuto a conoscenza del suo nuovo incarico, avrebbe chiesto di venire destinato a uno diverso poiché in forte disaccordo con l’azione militare decisa dal governo israeliano in Libano contro Hezbollah. L’accoglimento della sua richiesta aveva suscitato molte polemiche tra le associazioni di categoria e dopo che la notizia è stata diffusa dal Sun il capo della polizia di Londra sir Iain Blair ha deciso di aprire un’inchiesta approfondita per esaminare la questione.
Già ieri l’associazione che rappresenta gli agenti musulmani ha fornito una spiegazione diversa delle motivazioni che sarebbero state alla base della richiesta di Basha e della decisione che ne è conseguita. «Non si tratta affatto di obiezioni di natura morale – ha spiegato il sovrintendente Dal Babu in un’intervista radiofonica alla Bbc - ma di cause che riguardano la sicurezza della famiglia dell’agente. Alexander Omar Basha aveva subito spiegato che era preoccupato per la sicurezza della sua famiglia. Sua moglie è libanese e suo padre ha origini siriane». Per Dal Babu motivazioni diverse sarebbero state assolutamente inaccettabili. «Cominceremmo a muoverci su un terreno molto scivoloso – ha dichiarato – se iniziassimo ad assegnare gli incarichi in base alle coscienze dei singoli». Le affermazioni del portavoce dell’associazione sono state avallate anche dall’ex Commissario della Polizia Metropolitana, Paul Stephenson che ha sottolineato come questa storia non sia l’ennesimo caso di “correttezza politica”, ma tutt’altro. «Quando lo scorso agosto il conflitto in Libano si è aggravato – ha detto – l’agente ha messo al corrente i suoi capi diretti delle preoccupazioni che riguardavano soprattutto i membri libanesi della sua famiglia».
Improntata alla distensione la reazione dell’ambasciata israeliana che ieri ha fatto sapere di nutrire «piena fiducia nella capacità della polizia di offrire il massimo della sicurezza alla sede londinese». Meno comprensivi si sono dimostrati invece alcuni dei rappresentanti della Comunità ebraica britannica. «Consentire a un pubblico ufficiale di evitare di fare il suo dovere è sempre un grave errore» ha dichiarato ieri il parlamentare Lord Janner.

L’associazione degli agenti musulmani ha comunque fatto sapere che ora Basha è nuovamente operativo nel corpo di difesa diplomatico e se dovessero verificarsi gravi incidenti all’ambasciata israeliana non avrà difficoltà a intervenire.

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