Enrico Lagattolla
Fossero quello che dicono essere, non sarebbero dove sono. Detta meglio, fossero dei maghi per davvero, non starebbero in tribunale. O, al limite, saprebbero come uscirne. E invece no. Palazzo di giustizia, «stregoni» alla sbarra.
Uninsolita concentrazione. Tutti allombra di Marchi Wanna e i duecento testimoni, che in quelle aule a momenti ci pianta le tende. Lei che nemmeno è un mago, e non lo sono la figlia Stefania Nobile né lex convivente Francesco Campana. Il mago, quello vero o presunto, in tribunale non cè. Mario Pacheco Do Nascimento, platino al polso e oro sul collo, sverna su spiagge di Rio de Janeiro. Latitante, senza giri di parole.
Cera poi un processo che di stregoni ne contava tanti che pareva di stare ad un sabba. Erano in trentatré, e ventisei hanno già patteggiato pene fino a un anno e quattro mesi. Per lo più sedicenti maghi, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e allestorsione. Karen Muller, Norma Baker, Virginia Kant, Umberto Rutheford. A seguire, professor Papinette, Manolo Degan, Camillo De Lellis. Nomi darte. E poi lei, «Susy» o l«Onorevole» o «Presidentessa». Al secolo, Susanna Callegari, piacentina di anni 41, lispiratrice del gruppo. Quella che, sul biglietto da visita, scriveva «professionista residente allestero, con elevate capacità paranormali». Lei che - diceva - era in grado di liberare dalle «forze negative». Dopo due anni di indagini del pm Gianluca Braghò, viene arrestata nel 2003. Con tanto di giro daffari sui dieci milioni di euro lanno, reinvestiti in partecipazioni societarie e immobili.
Nulla di improvvisato. Cerano i maghi, i telefonisti e i fattorini, cerano i soggetti deboli e le prime sedute che allepoca costavano tre milioni di lire. E se le prime sedute non funzionavano (e non funzionavano mai) si passava alla truffa parte seconda. «Lei ha una contaminazione cerebrale di secondo livello», veniva detto ai malcapitati. Che non vuol dire nulla, se non che seguiva un rituale con 38 «operatori dellocculto» per sradicare il male. «Unoperazione rischiosa - ammonivano - per via dellelevato rischio di contagio». Quindi, le vittime erano costrette a stipulare unassicurazione sulla vita dei maghi, che - bontà loro - rischiavano la pelle per salvarli. Uno scherzo da 30-40mila euro. E se qualcuno temporeggiava, arrivavano minacce e pressioni. «Avrai i codici di claustro per la sospensione dellintervento esoterico». O, meno cripticamente, «ti mandiamo i nostri uomini a casa».
Cè dellaltro. Gennaio 2005, iniziano le indagini del pm Gaetano Ruta su Roberto Busceti, 54 anni, arrestato dalla Finanza per circonvenzione di incapace e truffa aggravata. Roberto Busceti autoproclamatosi «il santone», che sul web scriveva che proprio «il santone, se persona onesta, può aiutare chi si rivolge a lui», e da filantropo qual era aveva fondato la «Libera facoltà dellastrologia e delloccultismo», ente non a fini di lucro, di cui lui stesso era presidente, amministratore e docente.
Per iscriversi alla «Facoltà», bastava adottare le regole di vita del «maestro», assumere psicofarmaci più volte al giorno, e - ovviamente - non scordare le «donazioni». Come quelloperaio che «donava» a Busceti lintero stipendio. Per i più fedeli la «carriera», per gli incerti le minacce. Qualcuno diceva che quello era plagio, ma «chi si rivolge a noi - rispondeva il «santone» - è chiaro che ha una situazione familiare poco tranquilla, quindi... ». Lui, «persona onesta... ». Col tenore di vita di un baronetto, la dimora fissa in hotel, i frequenti soggiorni allestero.
Per finire, ieri. I sette maghi del pm Braghò in fila davanti alla quarta sezione del tribunale, con la vergogna dei raggirati che è tanta che «non mi ricordo, signor giudice», e col giudice che si altera perché «lo vogliamo concludere questo processo?».
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