«Non sarà il Pd a salvare il soldato Galan»

«Non sarà il Pd a salvare il soldato Galan»

RomaGovernatore Giancarlo Galan, si mormora un «famolo strano»: lei governatore nel 2010 con Udc e Pd. Fantapolitica?
«E con quale dei tre Pd dovrei discutere?».
Come tre Pd?
«Con quello rozzo e ambiguo del sindaco di Padova Zanonato; con quello umorale e lagunare del sindaco di Venezia Cacciari; o con quello serio del sindaco di Montebelluna Laura Puppato, che stimo molto?».
Al di là dell’ironia, è una «boutade» estiva?
«È un’ipotesi lanciata dall’ex sindaco di Venezia Paolo Costa e ripresa dal uddicino Antonio De Poli: parlano a nome personale».
Insomma, l’appello di Costa «salvate il soldato Galan» per prefigurare nuove alleanze?
«Non devo essere salvato da nessuno. Non mi sento né isolato né in pericolo».
Tutto bene con gli alleati?
«La convivenza tra Pdl, Lega e Udc funziona. Stiamo governando bene in Regione e benissimo a livello nazionale. Certo, se fossimo più capaci a renderlo noto».
Rendere noto cosa?
«I successi del centrodestra: federalismo fiscale, inflazione azzerata, Italia in pole position nell’uscita dalla crisi, ottimi risultati nella lotta alla criminalità organizzata».
A livello locale, però, la sua Regione fa gola al Carroccio. Come la mettiamo?
«Tutti hanno diritto di reclamare il primo posto. Ricordo soltanto che la Lega è un punto sotto il Pdl: noi al 29 per cento, loro al 28».
Non molla eh?
«Non sono uomo per tutte le stagioni, decidano i vertici del partito».
Gianpaolo Dozzo, pezzo grosso leghista del Veneto, ha ventilato l’ipotesi di correre da soli alle regionali del 2010. Preoccupato?
«Ma va, sarebbe un massacro per loro».
Insomma, la vedremo leader del centrosinistra?
«Macché. Sono uno dei fondatori di Forza Italia e ne sono orgoglioso. Certo, in politica, parafrasando Machiavelli, da cosa nasce cosa».
A cosa allude?
«Alla realtà dei fatti. Come negare che in Veneto ci siano movimenti magmatici in corso?».
Oddio, un altro caso Sud nel Nord-Est?
«Non me lo sono inventato io. I vertici del mio partito sanno che a Vittorio Veneto comune importante, mica Asigliano o Nogarole, il Pdl è spaccato in due? E non sono stato io a volerlo. Come gli altri casi».
Quali casi?
«A Bassano, Valdobbiadene e Cison di Valmarino, alle ultime elezioni amministrative, il Pdl s’è presentato senza Lega. Ma io che c’entro?».
Però lei ogni tanto spariglia.
«Lo prendo come un complimento: sono liberale, libertario e libertino, nel senso Settecentesco del termine».
Diciamo che ogni tanto è politicamente autonomo?
«Non ragiono per steccati ideologici. Se Cacciari dice una cosa giusta su Porto Marghera perché dargli addosso per forza?».
Con Cacciari va d’accordo?
«Vado d’accordo anche col presidente della Provincia di Trento Dellai e andavo d’accordo con l’ex sindaco di Trieste Illy, e con questo?».
Con la Lega meno?
«Dipende. Se pensa ai vessilli e ai dialetti meno. Ma sono soltanto azioni fatte così, per distinguersi».
C’è pure chi mormora che parte di Confindustria la vedrebbe bene a capo di un listone Galan-Pd-Udc.
«Ci sono industriali di sinistra, questo sì. Alcuni anche miei amici. Non vedo lo scandalo».


Insomma, i suoi confini ideologici sono labili?
«Noi veneti non li abbiamo, siamo nati con Marco Polo che andava in giro per imparare; non con Cristoforo Colombo che lo faceva per fare schiavi».
Matrimoni eretici in vista, quindi?
«No. La convivenza tra Pdl, Lega e Udc è positiva, più che positiva. Però non è causa mia se in Veneto Lega e Pdl sono due partiti che navigano a vista».

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