«Non è un sogno romantico o un capriccio: è come togliere 5mila auto dalle strade»

Come l’anidride carbonica prodotta da quattro o cinquemila auto al giorno. O l’equivalente di 100mila condizionatori accesi tutto l’anno 24 ore su 24. I 90mila alberi chiesti dal maestro Claudio Abbado come cachet per tornare a dirigere alla Scala non sono un capriccio «estetico». Né «un sogno romantico», come ci tiene a precisare l’archistar Renzo Piano. Che ha immaginato dodici casi studio per dare un volto grigio-verde alla città (tradotto: piante e cespugli nel cemento) e ieri ha convinto il sindaco Letizia Moratti a dare il via libera. «È provato anche in termini scientifici che il verde ha un impatto benefico sulla qualità dell’aria e abbassa il calore termico, con i 90mila alberi produrremo più benefici delle domeniche a piedi», spiega. Più dell’impatto estetico, gli piace l’idea di lanciare un messaggio di «città più sostenibile» e «per i bambini». Il traguardo per quello che era nato come progetto del Comune e che ora si amalgama con i 12 scorci verdi dell’architetto genovese (è stato ribattezzato non a caso «Piano per il verde») è il 2015, anno dell’Expo, e si spinge a dire che «per quanto umile, può rappresentare una delle iniziative più interessanti».
Sul filare alberato dal Duomo al Castello si sono alzate molte polemiche, e la Moratti non ha mai nascosto che sulla piazza principale della città avrebbe preferito recuperare il vecchio progetto delle aiuole intorno al monumento. Ma Piano smentisce «tensione con il sindaco, si è parlato molto senza conoscere esattamente il progetto, io ci tengo molto e ho l’orgoglio di essere uno che parla delle cose che si fanno. In piazza Duomo non ci sarà un bosco ma una sorta di oasi verde». I costi? «Non i diecimila euro ad albero di cui si è detto, ma i più costosi in via Dante saranno intorno ai 4mila euro, meno della metà».

E insiste, «lavorare sugli alberi in centro non significa disconoscere la Milano città di pietra, l’importanza monumentale. Ma bisogna considerare anche la vivibilità, è un regalo e un gesto di ottimismo che la città fa alle future generazioni e ai bambini».

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