«Non stiamo vendendo Autostrade»

«Sulla fusione con Abertis nessun ripensamento e nessun ritardo»

Gian Maria De Francesco

da Roma

«Non abbiamo nessuna intenzione né di vendere né di perdere il controllo paritetico». Luciano Benetton, socio di Schema 28 attraverso Edizione Holding, ha ribadito l’intenzione della famiglia di Ponzano Veneto di non abbandonare Autostrade, anche dopo la fusione con Abertis. Un chiaro segnale di indisponibilità verso quelle forze imprenditoriali che stanno cercando di organizzarsi per mantenere in Italia il controllo della concessionaria.
Benetton ha ripetuto di essere favorevole all’ingresso di soci italiani nella nuova holding che avrà sede a Barcellona. Un messaggio rassicurante è stato, invece, inviato alle forze politiche e alla nuova maggioranza, che già da tempo ha assunto un orientamento negativo nei confronti della fusione. «È giusto che l’operazione sia spiegata alla politica, al nuovo governo e deve essere data sicurezza agli investimenti in Italia. Ora vogliamo far decantare la cosa, lasciamo che abbiano il tempo di fare queste analisi», ha sottolineato Benetton.
L’apertura al confronto non implica, tuttavia, un rinvio delle nozze. «Non ci siamo innamorati degli spagnoli, Autostrade - ha affermato - avrebbe potuto intraprendere questo progetto con tedeschi o francesi ma non poteva fare da sola. Per questo penso che una società più importante come quella che nascerà potrà fare meglio». Ed è proprio l’espansione all’estero la chiave di volta di tutto il progetto. «Se si partecipa a una società grande si avrà minor controllo, ma questo è il prezzo dell’internazionalizzazione. Ma sarebbe anche antiestetico che fosse una famiglia a controllarlo, una circostanza che in passato è stata criticata».
Intanto, Autostrade ha allargato il fronte dei consulenti che dovranno rispondere ai rilievi formulati dall’Anas sul piano di investimenti e sulla governance. Per le questioni legali è stato scelto come advisor Natalino Irti, titolare dell’omonimo studio. Goldman Sachs continuerà a occuparsi delle technicalities finanziarie. La commissione ad hoc, nominata dal presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi, sta appena iniziando a lavorare. «Abbiamo ricevuto molto materiale e ancora lo dobbiamo leggere. Speriamo di chiudere entro maggio», ha detto Andrea Monorchio, uno dei commissari.
Le rassicurazioni di Luciano Benetton hanno parzialmente tranquillizzato Pier Luigi Bersani dei Ds. «Mi fa piacere. Staremo a vedere, visto che questa operazione è avvenuta in una fase di interregno, forse capiremo di più», ha detto aggiungendo che è necessario rivedere il ruolo dell’Anas «che fa troppi mestieri». E a togliere la vigilanza all’ente mira un disegno di legge dello scorso gennaio riproposto nella nuova legislatura da tre senatori dell’Unione che propone la creazione di una nuova Authority delle concessioni autostradali.
La procura di Roma, sempre ieri, ha affidato al pm Perla Lori, che indaga anche sulle Opa Antonveneta e Bnl, l’accertamento di un’eventuale fuga di notizie sulla fusione Autostrade-Abertis. Il fascicolo non contiene ipotesi di reato anche se si propende per manipolazione di mercato e aggiotaggio.

Anche la Consob sta terminando gli accertamenti sull’andamento del titolo avviati immediatamente dopo l’annuncio dell’operazione. Il procedimento potrebbe concludersi con l’apertura di un’istruttoria. Ieri in Borsa Autostrade ha perso lo 0,17 per cento.

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