Sanremo 2012

Ma non è tutto talent(o) quello che brilla

La qualità canora e musicale di Sanremo, non da oggi, è in costante picchiata, e i talenti provenienti dai talent non hanno dato una mano a risollevarla

Ma non è tutto talent(o) quello che brilla

Non è tutto talent(o) quello che brilla e che vince il Festival di Sanremo. I volti televisivi possono contare su una maggiore riconoscibilità e ottengono più facilmente il voto di chi sta a casa. I gusti sono gusti e non si discutono, la vittoria di Emma e il podio di Noemi sono meritatissimi, così come in passato i successi di Valerio Scanu e Marco Carta. Tuttavia la qualità canora e musicale di Sanremo, non da oggi, è in costante picchiata, e i talenti provenienti dai talent (Amici e X-Factor, in particolare) non hanno dato una mano a risollevarla. Il talent, a parte qualche eccezione, non sforna talenti, ma «solo» fenomeni pop che durano una stagione o poco più. Questo tipo di interprete è un affare per l’industria discografica? Al momento sì, ma sulla lunga distanza la mancanza di voci capaci di resistere al tempo è un danno. Emma, detta Super-strillo, ci mette il cuore e anche le tonsille: però la potenza vocale non è (sempre) indice di bel canto. Discorso simile per la terza classificata Noemi, in crescita durante il Festival, ma ancora lontana dalla maturità, che implica saper «urlare» solo quando il brano lo richieda. Per affascinare, non basta un’inflessione roca à la Janis Joplin, soprattutto se non sei Janis Joplin e hai in reportorio brani innocui. Quanto ad Alessandro Casillo, primo tra i giovani e lanciato da Io canto, meglio sospendere il giudizio: è un adolescente (15 anni) e forse si farà. In generale, il Festival della canzone negli ultimi anni (con le dovute eccezioni, a esempio l’ottimo Renga) ha spesso premiato talenti dubbi, relegando nelle retrovie i migliori, come quest’anno Eugenio Finardi.

E i molti talenti, quelli veri, in giro per l’Italia, da Bugo a Dente passando per Edda, sul palco dell’Ariston neppure ci arrivano. Siamo sicuri che la deriva «talent» del Festival faccia bene alla canzone italiana?

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