«Ma non va confuso col nazismo»

Biasimo l’exploit di Gianfranco Fini, il quale - rinnegando le proprie origini - si è messo ancora una volta a sparare sul suo passato e su quello di molti suoi elettori. Anni or sono si compiacque di apparire con lo zucchetto in capo e con il candelabro a sette bracci in pugno. Ora, a parte il fatto indiscutibile che le leggi razziali (pedissequa imitazione delle leggi naziste) furono una delle più controproducenti minchionate del Regime, Gianfranco Fini, in quell’occasione, fece, a mio avviso, una pessima figura. Adesso ha scoperto l’antifascismo.

A parte la considerazione che quando si parla di «fascismo» si dovrebbe sempre fare distinzione fra quello «ante» e quello «post» 8 Settembre, sarebbe ormai tempo di ricordare che il fascismo fu un fenomeno storico del passato, oggi tenuto artificialmente in vita, con accanimento terapeutico, soltanto per ben determinate parti politiche ed associative per giustificare la propria sopravvivenza. E, soprattutto, non va confuso il fascismo col nazismo. Essi furono due fenomeni con basi culturali e storiche ben diverse.

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