«La nostra sfida? Arrivare a parlare in ogni angolo del mondo»

Mauro Pregliasco, I1JQJ, 45 anni, torinese, è tra i radioamatori italiani più conosciuti e popolari nel mondo. Ecco la sua testimonianza.
Cosa rappresenta, per lei e per molti radioamatori, la caccia a stazioni che trasmettono da isole rare o da luoghi remoti?
«Per certi versi è una forma di collezionismo: c'è chi colleziona carte telefoniche e ci sono migliaia di radioamatori, in tutto il mondo, che amano collezionare le cartoline che ci si scambia a conferma dell'avvenuto collegamento. La caccia alle stazioni rare ha però risvolti tecnici estremamente stimolanti, non solo perché bisogna riuscire a manipolare nel modo corretto ricetrasmettitori sempre più sofisticati e complessi, traendone il massimo profitto. Si tratta anche di conoscere la fisica della propagazione delle onde radio nella ionosfera, di applicare le tecniche operative più adatte a seconda dei casi, di sapersi districare nel bailamme che regolarmente si manifesta in presenza di una stazione particolarmente appetibile».
Quanti come lei «collezionano» stazioni radio che trasmettono dalle isole nel mondo e in Italia?
«Il "collezionismo di isole" nasce in Inghilterra nel 1964, dapprima come fenomeno di nicchia e poi, a partire dagli anni Novanta, come passione sempre più diffusa a livello mondiale. Per quanti amano la competizione c'è il Programma IOTA (Islands On The Air) promosso dalla Radio Society of Great Britain, che stila le classifiche annuali in base al numero di stazioni insulari collegate. Attualmente sono circa 2000 i radioamatori iscritti allo IOTA, con una notevole rappresentanza italiana (intorno al 10%), ma gli appassionati di caccia alle isole sono molti di più. Basta ascoltare cosa accade durante le attività da isole "rare", quando centinaia di persone cercano di collegare la stazione insulare tutte allo stesso momento. Alcuni "cacciatori", poi, amano trasformarsi in selvaggina pregiata, e in questo gl'italiani sono piuttosto efficienti».
Lei, ha contattato tutto il mondo, non si annoia, nell'epoca d'Internet, a giocare ancora con la radio?
«Al contrario! Il radioamatore è anche uno sperimentatore, che si tiene costantemente al passo con i tempi. Oggi le tecnologie informatiche rivestono un ruolo fondamentale nelle attività radioamatoriali. Esistono decine di pacchetti applicativi per gestire i vari aspetti delle nostre attività e la navigazione su Internet è pratica quotidiana non solo per la ricerca d'informazioni, ma anche perché il web offre la possibilità di vivere anche gli eventi radioamatoriali in tempo reale».
Come è nata l'idea del bollettino internet 425dx news e quanti oggi vi seguono?
«Ho conseguito la licenza di radioamatore nel 1980, a 20 anni, perché fin da bambino ero rimasto affascinato dall'idea di poter comunicare con il resto del mondo attraverso il "telegrafo senza fili". 425 DX News è nato nel maggio 1991, ma trae origine dal nostro gruppo di radioamatori locali che, condividendo la medesima passione per i collegamenti a lunga distanza (il cosiddetto DX), verso la metà degli anni Ottanta svilupparono l'abitudine di scambiarsi informazioni relative alle varie operazioni da luoghi "interessanti" sulla frequenza di 145.425 MHz. Nel marzo 1995 quello che era diventato un bollettino settimanale sbarcò su Internet e, essendo scritto in inglese, cominciò ad attrarre l'attenzione dei radioamatori stranieri. L'attuale sito www.425dxn.org, attivo dal 1998, riceve una media di 11.000 visite al mese, ma il bollettino è anche inviato gratuitamente a 18.000 persone che lo ricevono nella propria casella di posta elettronica.

425 DX News è materialmente redatto da mia moglie Valeria (IK1ADH) e da me, ma conta su una squadra affiatata di amici senza il cui impegno volontario non retribuito, tutto ciò non sarebbe possibile».

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