Gli Internazionali di tennis, come anche la Champions League, hanno in Ford un partner fisso. Al Foro Italico di Roma, tra il pubblico, non poteva così mancare Domenico Chianese, presidente e amministratore delegato di Ford Italia, gruppo che lo scorso aprile ha visto la sua Fiesta primeggiare, in Europa, nel segmento delle auto compatte. Alla nuova Fiesta, intanto, si stanno aggiungendo altre novità. È uno dei temi che affrontiamo con Chianese.
Sfornare tanti modelli, come sta facendo Ford, in un momento di pesante crisi, può essere remunerativo?
«Ford, negli ultimi sette mesi, ha lanciato ben quattro novità: B-Max, le nuove Fiesta e Kuga, e il Transit Custom. Avere un ciclo di prodotti positivo aiuta, in quanto si raccontano al mercato storie di un ciclo di modelli che cambia e ringiovanisce. In aprile, inoltre, abbiamo beneficiato dell'effetto novità segnando un 10% in più, in un contesto generale che perde in modo considerevole. B-Max e Kuga pagano».
Sono i due modelli «core»?
«Entrambi assicurano un incremento di performance che non avevamo un anno fa. Fiesta, comunque, rimane sempre la nostra vettura di volume. Vale infatti il 40% delle vendite di Ford. L'importante è che, ora, copriamo praticamente tutti i segmenti dell'offerta».
In sintesi?
«Nel segmento B, ci sono Ka, Fiesta e B-Max; nel C, troviamo Focus e C-Max; quindi Kuga e S-Max. E poi Ecosport, che abbiamo esposto agli Internazionali di tennis, al Foro Italico. In aggiunta, avremo dal 2014 il Suv Edge, l'americano per eccellenza che finalmente arriva anche in Europa».
B-Max e poi Ecosport, dall'inizio del 2014: è il momento dei Suv compatti?
«Quello dei Suv, in generale, è l'unico segmento in controtendenza: cresce in percentuale e mantiene costanti anche i volumi».
Siete costretti, come Ford Italia, a ridurre i listini e fare sconti?
«In realtà, a livello complessivo, i prezzi delle auto, in questo periodo, si possono paragonare a quelli in vigore nel 2009 e 2010, quando era in corso il programma statale dellerottamazioni. Le case automobilistiche si stanno sostituendo agli incentivi governativi allo scopo di mantenere un'accessibilità orientata a frenare il crollo dei consumi».
Il problema, infatti, è tutto economico. Le famiglie sono allo stremo.
«Il problema non è il costo della macchina, ma quello di gestione: 6-7mila euro l'anno tra carburanti, assicurazione e svalutazione, diventano una sorta di mutuo. Spendere 500-600 euro al mese è un peso».
Come Unrae, l'associazione che rappresenta i costruttori esteri in Italia, come vi state muovendo?
«L'automobile, come bene primario di una famiglia, deve essere soggetta allo stesso trattamento fiscale, come agevolazioni, al mutuo per la prima casa. È questo il discorso che l'Unrae sta portando avanti: aiutare la famiglia a poter gestire un costo, quello dell'automobile, diventato insostenibile».
E così la gente diserta le concessionarie.
«La progressiva demotorizzazione a cui assistiamo, in Italia, è la conseguenza di tutto questo. In passato, quando in una famiglia un'auto si rompeva, la si cambiava. Ora non più. È vero che abbiamo un parco circolante di circa 34 milioni di unità, ma è oggettivo il fatto che i costi di gestione non sono paragonabili a quelli del resto dell'Europa».
La mobilità sostenibile secondo Ford, considerate le difficoltà che l'auto elettrica attraversa nel mondo.
«Nella seconda metà dell'anno arriverà, anche in Italia, la Focus elettrica, già in vendita da due anni negli Usa. Nel 2014 ci saranno i nostri prodotti ibridi, con C-Max e nuova Mondeo. Sono settori dove l'azienda deve esserci e dare risposte».
Ma non dimentichiamo i motori tradizionali.
«Guardiamo ai nostri Ecoboost 1.0 benzina a tre cilindri con consumi ed emissioni al lumicino. Il Gpl, poi, che piace molto agli italiani, vede Ford proporre una gamma completa».
Non pensa che il settore debba ripensarsi e mettere in campo una nuova strategia per riconquistare il pubblico dei più giovani?
«Le case devono rendere il business della rete di distribuzione profittevole e sostenibile.
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