Silvia Castello
Si rifà alla tradizione dellOptimus Princeps di Traiano la colossale Testa di Costantino in marmo bianco di Carrara appena riemersa dallo scavo scientifico-archeologico più grande al mondo. Ottocento metri quadri compresi nella quadratura sacra dei Fori Imperiali. La scoperta è una nascita avvenuta spontaneamente allinterno dellantichissimo condotto fognario principale - che si trova ancora in prossimità della parete sud posta in fondo alla piazza del Foro traianeo, ostruito da residui fangosi e materiale ceramico detà medioevale. Il ritrovamento è un unicum nel suo genere, in quanto, tutte le altre teste di Costantino oggi conosciute - esposte nel Palazzo dei Conservatori - sono state rinvenute in Campidoglio a cielo aperto e non era quindi facile poter immaginare che la storia restituisse proprio dal sottosuolo, un ritratto dellimperatore cristiano scampato - secondo gli studiosi - ad una possibile damnatio memoriae. Infatti, la particolarità di questa scoperta sta nel fatto che la scultura non è caduta allinterno del condotto, ma vi è stata volutamente introdotta. E questo fatto potrebbe essere collegato alla violenta avversione manifestata nel 326 d.C. dal popolo di Roma ancora profondamente pagano, verso limperatore della nuova religione; oppure - in seconda ipotesi - alluso di spurgare le fogne trascinandovi con forza dissacratoria grandi oggetti pesanti, come questa massiccia testa alta 60 cm. Salvata altresì dal devastante saccheggio avvenuto verso la fine del V secolo d.C. in cui lintero complesso monumentale fu smontato pezzo dopo pezzo e ridotto in calce, poi successivamente utilizzata per la costruzione delle Mura Leonine vaticane.
È una importante testimonianza che completa levoluzione dellimmagine imperiale e documenta inoltre la presenza nellarea di altre immagini tardo antiche di grandi dimensioni che in genere si aggiungevano alla galleria dei ritratti di famiglia. La testa è in buono stato di conservazione e raffigura Costantino in trionfo, secondo lo schema iconografico del periodo in cui entrava a Roma, dopo la vittoria su Massenzio a Ponte Milvio nel 312 d. C. È una scultura di propaganda - che quasi certamente aveva una corona o un diadema - utilizzata poi per realizzare una serie di ritratti epocali. «Questi si identificano in tre tipi - spiega il sovrintendente Eugenio La Rocca - il primo rappresenta il giovane Costantino ancora principe, il secondo lo vede durante i cinque anni di principato e il terzo lo consacra imperatore con la fondazione di Costantinopoli». Ma la grande curiosità è che la scultura è stata ricavata da una testa ancora più antica.
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